Etimologia della parola: “Risultato” deriva dal latino resultatus, participio passato di resultare, che significa “rimbalzare”, “tornare indietro”. In origine, il termine indicava l’effetto di un’azione, ciò che emerge o si manifesta come conseguenza. Il risultato è quindi ciò che nasce dal tuo impegno e dalle tue scelte.
Il risultato non è mai un evento isolato, ma il culmine di un processo. Come ci ricorda la fede cristiana, il risultato ultimo delle nostre azioni è l’incontro con Dio e la pienezza della vita eterna. Ma anche nella vita terrena, ogni risultato è un riflesso delle tue intenzioni, delle tue scelte e della tua capacità di perseverare. Non sempre i risultati sono immediati o visibili, ma ciò che conta davvero è il percorso che hai intrapreso e la fedeltà con cui hai camminato.
Il risultato storico e il risultato escatologico: Non tutti i risultati sono uguali. Esistono due dimensioni principali che possiamo considerare:
- Il risultato storico: è ciò che torna indietro come effetto di un’azione concreta nella realtà terrena. Può essere una vittoria, un successo, ma anche una sconfitta, una calunnia o una sofferenza. Pensiamo a Gesù: il risultato storico del suo ministero terreno è stato la condanna alla crocifissione – una morte infamante, riservata ai maledetti.
- Il risultato escatologico: è il compimento ultimo della volontà di Dio. Per Gesù, questo risultato si manifesta nella Risurrezione e nella sua gloria eterna alla destra del Padre. Tutti coloro che seguono le orme di Cristo, indipendentemente dalle tribolazioni terrene, partecipano di questo risultato eterno.
Questi due piani ci insegnano che il risultato non è mai scontato e che non sempre coincide con le nostre aspettative umane. La croce di Gesù, da simbolo di vergogna, diventa segno di salvezza universale. Allo stesso modo, ogni nostra azione, anche quando sembra fallire sul piano storico, può portare frutto nel piano escatologico.
Guardare ai risultati con gratitudine e onestà: Chiediti: quali frutti stanno nascendo dalle mie azioni? Anche se il raccolto non è ancora visibile, sappi che ogni tuo sforzo lascia un segno. E se i risultati non sono quelli che speravi, non scoraggiarti: ogni errore, ogni caduta è un’opportunità per ricominciare con più saggezza e forza. Ricorda che il risultato più grande non è ciò che ottieni, ma ciò che diventi nel processo.
La lettera di Kipling: un insegnamento sul risultato: Rudyard Kipling, nella sua celebre poesia Se – Lettera al figlio, ci offre un potente insegnamento sul significato del risultato. Egli ci invita a trattare “Trionfo” e “Sconfitta” come due impostori, a non lasciare che i successi ci rendano arroganti o che le sconfitte ci spezzino. La vera forza sta nel mantenere l’equilibrio interiore, nell’imparare dalle difficoltà e nel perseverare con umiltà.
“Se riesci, incontrando il Trionfo e la Sconfitta A trattare questi due impostori allo stesso modo.”
Questi versi ci ricordano che il valore di una vita non si misura solo dai risultati visibili, ma dalla forza d’animo, dalla capacità di rialzarsi e dalla dedizione al bene. Ogni azione fatta con amore e fede porta frutto, anche quando il risultato non è immediato o tangibile.
Il modello di Gesù: Gesù viene a rivelare che Dio è amore. E con quale risultato? La croce. Ma questa apparente sconfitta storica diventa la più grande vittoria escatologica. Gesù risorge e siede in eterno alla destra di Dio. Questo ci insegna che il vero risultato non è mai limitato al momento presente: è ciò che si compie nel disegno eterno di Dio.
“I risultati sono il linguaggio con cui la vita risponde alle tue scelte.” Ma ricordati che il risultato non è sempre un punto di arrivo: è un punto di partenza per una riflessione più profonda su chi sei e su chi stai diventando. Dedica i tuoi risultati a Dio, sapendo che ogni gesto fatto con amore ha un valore eterno.
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