Etimologia: La parola “obiettivo” deriva dal latino obiectivus, che significa “posto davanti”. È formata da ob- (“di fronte”) e iacere (“gettare”). In origine, l’obiettivo era ciò che si poneva davanti agli occhi, come una meta da raggiungere, un punto di riferimento verso cui dirigersi. Con il tempo, è diventato sinonimo di scopo, di risultato desiderato.


Immagina una stella nel cielo che ti guida nelle notti più buie. Quella stella è il tuo obiettivo: il punto di riferimento che illumina il tuo percorso e ti dona una direzione. Avere un obiettivo non è solo una scelta pratica, ma un atto di speranza e fiducia nella possibilità di migliorare e di dare un senso alle tue azioni.


Un obiettivo è una meta che orienta i tuoi passi. Secondo Joseph Ratzinger, l’obiettivo ultimo della vita cristiana è la comunione con Dio, una meta che dà significato a tutto il resto. Allo stesso modo, nella vita quotidiana, i tuoi obiettivi definiscono ciò che per te è importante, ciò che vale il tuo tempo, le tue energie e il tuo cuore. Avere obiettivi chiari ti aiuta a vivere con intenzione, a non disperdere le tue forze, ma a canalizzarle verso ciò che conta davvero.


Qual è il tuo obiettivo oggi? Cosa ti muove, cosa ti spinge avanti? Non è necessario che il tuo obiettivo sia grande o rivoluzionario; l’importante è che sia significativo per te. Rifletti su ciò che desideri davvero e su come ogni piccolo passo ti avvicina a quella meta. Sii fedele al tuo obiettivo, ma ricorda anche che il cammino per raggiungerlo è altrettanto importante. Ogni passo è un’opportunità per crescere, imparare e amare.


“L’obiettivo non è solo un punto di arrivo, ma la direzione che dà senso al viaggio.” Mantieni fissa la tua stella e cammina con fiducia, sapendo che ogni sforzo fatto con amore ti avvicina alla realizzazione del tuo destino più alto.

Te lo confido con estrema delicatezza: “Uno dei miei obiettivi è quello di andare verso Gesù ed intercettare i suoi passi.”

Ovviamente vero che avere un obiettivo significa dare un senso alle tue azioni, ma è pur vero che è importante che l’obiettivo ha bisogno del discernimento.

Voglio condividere con te una bella cosa.

La condivido perché Ti sarà utile.

Anzitutto ringrazio il nostro Vescovo di Rimini Sua eccellenza Nicolò Anselmi  il quale, ci ha donato una meravigliosa lettera pastorale 2024-25 dal titolo: “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni”.

È uno strumento pieni di desideri, proposte, sogni, per camminare insieme nei prossimi anni, nell’unità, e un tentativo di sintesi del percorso sinodale diocesano vissuto in questi mesi.

Ho trovato interessanti i consigli del nostro amato Vescovo, e proprio a pagina 20 della lettera, voglio riportare testualmente il tema che ha toccato proprio sul discernimento dal titolo:

“La conversazione spirituale e il discernimento personale e comunitario”.

 Di seguito il testo:

“Lo Spirito Santo di cui ha parlato Gesù prima di ascendere al cielo è l’anima di ogni cosa, dell’ascolto, del discernimento, dell’azione. Il discernimento è un percorso interiore che ci aiuta a vedere e scegliere il bene, alla luce dello Spirito Santo presente in ognuno di noi.

Il cammino solidale che stiamo vivendo nella Chiesa ha proposto alcune modalità per camminare insieme che rappresentano un grande dono per la Chiesa e per la società; nelle varie fasi del percorso del Sinodo abbiamo sperimentato la conversazione spirituale, il discernimento personale e quello comunitario. Alla base  di queste modalità di ascolto, dialogo e riflessione c’è la convinzione che l’anima della vita della Chiesa, delle persone e della storia sia lo Spirito di Gesù che abita in ogni persona, in modo consapevole nei battezzati, in modo inconsapevole in ogni essere umano non credente o di altre religioni; Gesù si è legato alla natura umana e quindi ad ogni essere umano: ogni persona, in modo consapevole o inconsapevole, assomiglia ed è unita a Gesù.

Se lo Spirito Santo è presente in ogni essere umano, per scoprire ed ascoltare gli altri, nel silenzio, nella profondità, nella verità e nella libertà. Lo stare insieme fra persone dovrebbe sempre avere le caratteristiche dell’ascolto e della scoperta di ciò che è più luminoso, brillante, profumato. Sarebbe bello che, quando ci si ritrova, tutti avessero la possibilità di parlare e di essere ascoltati. Chi è più espansivo, esperto, preparato deve dare spazio agli altri, a tutti, ai più giovani; tutti devono potersi esprimere.

La conversazione spirituale in cui tutti parlano e sono ascoltati è una scuola per non giudicare rapidamente, per non voler imporre a tutti i costi la propria idea. Ogni conversazione dovrebbe iniziare con l’invocazione dello Spirito, proseguire con l’ascolto della Parola di Dio, essere pacata, leggera, mite, buona, sottolineare ciò che hanno detto gli altri e concludersi con un rendimento di grazie a Dio. La conversazione spirituale può aiutare a scegliere attraverso il discernimento personale e comunitario.

Chiedo al Signore per me e per tutti la capacità di ascoltarci con pacatezza, lasciando spazio a ogni persona e di discernere insieme secondo lo Spirito. Sarei felice se i giovani, i malati, i più deboli, gli stranieri facessero sentire maggiormente la loro voce nella comunità cristiana.

Ogni giovane è adulto dovrebbe fare esperienza di discernimento. Il discernimento fra il bene e il male, fra ciò che desidera Dio e ciò che desidera il maligno, ma anche un discernimento fra un bene più grande e un bene meno necessario: anche in questa ambiguità si inserisce il nemico, per distrarci dall’essenziale. Da una buona conversazione spirituale spesso vengono illuminate scelte importanti per la propria vita.

Grazie a tutti coloro che si adoperano per discernere e agire nella Chiesa secondo la volontà di Dio.

Oggi molte persone cercano risposte esistenziali attraverso pratiche magiche, esoteriche, spiritiche, di guarigione, rivolgendosi a maghi e cartomanti; queste sono strade molto pericolose ed ingannevoli, accompagnate dall’azione nascosta del diavolo. Dio non ha bisogno di carte o altri oggetti per comunicare con gli uomini; in Gesù, vivente nella Chiesa, Dio continua a parlare ed essere presente oggi nella storia.

Per vivere un cammino spirituale fecondo, per fare discernimento nello Spirito, tutti, preti, diaconi, consacrati e laici, abbiamo bisogno di un accompagnatore spirituale saggio, con cui confrontarci, aprendo a lui, con sincerità il nostro cuore, in modo continuativo.

Ogni comunità cristiana a tutti i livelli, dovrebbe avere un luogo dover poter fare discernimento comunitario nello Spirito per prendere decisioni che riguardano tutti; i consigli pastorali sono importanti luoghi di discernimento comunitario; vanno quindi attivati e curati.”

La mia riflessione conclusiva:

L’obiettivo, in quanto meta del nostro agire, non può mai essere separato da ciò che siamo nel profondo. Come ci ricorda il nostro amato Vescovo, il discernimento è il ponte tra il nostro desiderio e la luce dello Spirito, che ci guida verso il bene autentico. Ogni obiettivo, piccolo o grande che sia, deve essere alimentato da un’intenzione pura, da un senso di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri.

Un obiettivo privo di amore, etica e consapevolezza rischia di diventare sterile o, peggio, dannoso. Ma un obiettivo che nasce da un cuore illuminato, da una mente vigile e da uno spirito umile, non solo ci trasforma, ma contribuisce al bene dell’intera comunità.

Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di obiettivi che siano fari di speranza e strumenti di pace. Scegliamo di perseguire mete che riflettano il nostro desiderio più alto: essere luce per il mondo, amore per chi ci circonda e testimoni di un bene che abbraccia ogni creatura.

 

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