Nella storia del pensiero umano, il desiderio di conoscenza e la ricerca della verità sono sempre oggetto di ricerca. Come affermava San Paolo nella lettera ai Romani (cap.12,3): “pensare per essere sapienti” – il pensare che diventa scienza e la scienza che si eleva a sapienza. Ma cos’è la sapienza?
La sapienza è quella scienza che dà significato e sapore alle cose belle della vita. Non si tratta solo di un accumulo di conoscenze, ma della capacità di orientarle verso il bene, illuminandole con la luce della verità. L’obiettivo ultimo dell’essere umano non è semplicemente sapere, ma diventare sapiente, ovvero comprendere la vita nella sua interezza e armonia, con una mente aperta alla verità e un cuore disposto ad accoglierla.
Per raggiungere questa sapienza, l’uomo deve fondarsi su quattro elementi essenziali. Il primo è l’accettazione della fede data da Dio, poiché la verità non è un’invenzione umana, ma un dono che va scoperto, contemplato e vissuto. A questo si unisce la contemplazione delle Sacre Scritture, fonte inesauribile di orientamento per una vita autentica e piena di significato. Tuttavia, la sapienza non è solo meditazione, ma anche azione concreta: si manifesta nel mettere in pratica la legge dell’amore, senza la quale ogni scienza diventa sterile e ogni conoscenza inutile. Infine, il vero sapiente riconosce l’importanza di applicare gli insegnamenti della scienza, rendendola uno strumento di progresso autentico per l’umanità.
Tutto questo, però, deve essere illuminato dallo Spirito Santo, che ci guida nel cammino della conoscenza. Gesù stesso ci ha detto: “Ci sono delle cose che ancora non posso dirvi, ma lo Spirito vi insegnerà” (Gv 16,12-13). Questo significa che la vera sapienza non è statica, ma dinamica: un percorso di continua scoperta e comprensione, alimentato dalla fede e dalla ragione. Pertanto è importantissimo l’insegnamento Magisteriale della Chiesa Cattolica, la quale è chiamata a proclamare la Parola di Dio agli uomini di tutti i tempi con un linguaggio comprensibile ed efficace alla contemporaneità.
La scienza che non riconosce il suo limite e si chiude in un’autosufficienza arrogante diventa cieca; l’umiltà che non si nutre della verità rischia di cadere nell’arroganza.
Ecco allora che l’uomo, per diventare un vero uomo, deve seguire la conoscenza e metterla in pratica a 360^ poggiando sulla fede e sugli insegnamenti Magisteriali, sulle conoscenze scientifiche orientate al bene, e soprattutto sulla condivisione della fraternità universale, che alla base devono avere due fondamenta solide: la scienza e la coscienza. La vera crescita interiore avviene nel dialogo tra fede e ragione, tra conoscenza e consapevolezza dei propri limiti, tra scienza e amore.
Coltiviamo dunque una sapienza autentica, che non si esaurisce nella ricerca di potere o successo, ma che sa illuminare la vita con la luce della verità. Così facendo, potremo non solo migliorare noi stessi, ma contribuire a rendere il mondo un luogo più giusto, più vero e più umano: “Quello che Gesù Cristo ci ha insegnato.”
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