Etimologia: La parola “istinto” deriva dal latino instinctus, che significa “spinto, stimolato”, a sua volta proveniente da instinguere, “spingere dentro”. È un impulso naturale che ci orienta, un richiamo profondo che emerge spontaneamente.

Hai mai sentito quella voce silenziosa che ti guida a fare un passo avanti, senza esitazione, anche quando tutto il resto sembra incerto? Quella sensazione che, pur non avendo basi razionali, ti fa sentire sicuro nel prendere una decisione? Quello è l’istinto: una bussola interiore che spesso sa cose che la mente cosciente non conosce ancora.

L’istinto è ciò che ci connette alla nostra essenza primordiale, ma anche alla saggezza accumulata attraverso esperienze personali e collettive. È un dono naturale che ci appartiene sin dalla nascita, capace di guidarci verso la vita, la protezione e l’autorealizzazione.

Cos’è l’istinto?
L’istinto è una risposta immediata e non mediata dal pensiero consapevole. È quel meccanismo che si attiva senza che ci sia bisogno di ragionare, come il battito del cuore o il primo respiro di un neonato. È inscritto nel nostro DNA, un’eredità evolutiva che ci connette a tutti gli esseri viventi.

Gli animali seguono l’istinto per sopravvivere, nutrirsi, riprodursi e proteggersi dai pericoli. Ma l’essere umano possiede un dono che lo distingue: la Neshamah, la scintilla divina donata da Dio. Questa ci dà:

  1. Autocoscienza, ovvero la capacità di riflettere su di sé e sul proprio esistere.
  2. Il potere di introspezione, per esplorare il nostro mondo interiore e dare significato alla vita.
  3. La possibilità di conoscerci e giudicarci, con un senso morale che va oltre l’istinto.

Gli animali, pur essendo straordinari nelle loro capacità naturali, non possiedono la Neshamah. Possono volare per migliaia di chilometri, vivere in armonia con la natura e compiere imprese incredibili, ma non hanno la capacità di introspezione o la consapevolezza superiore. Questo dono appartiene solo a noi esseri umani, e ci permette di trasformare l’istinto in un atto consapevole, creativo e responsabile.

L’istinto umano in azione

  • Autoconservazione: Un riflesso che protegge il corpo e la mente da situazioni percepite come pericolose.
  • Creatività istintiva: L’impulso che ci guida a creare, esplorare e innovare.
  • Empatia innata: Spesso, senza pensarci, siamo portati ad aiutare, accudire o comprendere gli altri, un istinto che ci rende profondamente umani.

La dualità dell’istinto
L’istinto è una forza straordinaria, ma come ogni forza, va guidata. Può spingerci a difenderci eccessivamente, a indulgere in abitudini nocive o a inseguire costantemente l’approvazione altrui. Tuttavia, grazie alla Neshamah, possiamo fermarci, osservare l’impulso e scegliere di trasformarlo in una risposta equilibrata. È qui che l’uomo si differenzia: nell’abilità di trasformare l’istinto in crescita consapevole.

Rifletti per un momento: quando il tuo istinto ti ha salvato o guidato verso una scelta migliore? Hai mai notato come, nelle situazioni più complesse, quel richiamo interiore spesso ti conduca verso ciò che è giusto per te?

Prova questa sfida: la prossima volta che senti un impulso forte, fermati per un istante e chiediti: “Questo è il mio istinto, o qualcosa di diverso come la paura o il desiderio?” Prendere consapevolezza del nostro istinto autentico è un passo importante verso una vita più piena e armoniosa.

Conclusione

L’istinto non è solo un riflesso primordiale, ma una finestra sull’essenza dell’essere umano. Grazie alla Neshamah, abbiamo il dono della consapevolezza e della trasformazione. Imparare a fidarci del nostro istinto, senza esserne schiavi, è un atto di profonda saggezza e una celebrazione del nostro essere.

 

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