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I miei appunti2025-01-30T15:55:06+02:00

I miei Appunti

Aiutare chi soffre dona senso alla nostra vita e a quello altrui.

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

“Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#24_Pag.68-69  (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

Gli ambienti di vita 

La prima forma di prossimità la si vive nella coppia, in famiglia con i figli, tre fratelli, con i parenti più stretti ma anche con gli zii, cugini, nonni.
La prossimità nella coppia è fondamentale. Tutte le sere le coppie potrebbero ritrovarsi per una preghiera insieme, per purificare la giornata dalle incomprensioni, dalla poca gioia, dalle scorie di egoismo, dalla presenza del maligno. 

La sera è un tempo favorevole per un breve esame di coscienza, per ringraziare delle cose belle vissute e chiedere perdono degli errori commessi. 

Un’altra forma di prossimità da coltivare è quella tra famiglie che si conoscono, che si frequentano e si aiutano. L’amicizia tra famiglie è davvero bella. L’umanità è, in fondo, un’unica grande famiglia è la chiesa è una famiglia di famiglie. 

Una terza forma di prossimità è quella con i colleghi di lavoro, in ufficio, in ospedale, scuola, in fabbrica e in negozio. Questa vicinanza è molto importante, è uno spazio missionario decisivo. 

La prossimità più urgente è quella con chi soffre, con chi vive situazioni di difficoltà. I malati, talvolta invisibili perché obbligati a vivere in casa, le persone sole, giovani e adulti, gli anziani, chi si trova in povertà economica, i carcerati, gli stranieri devono essere al primo posto nel nostro cuore.

Il loro Gesù vive diventa un maestro di vita. Tutti abbiamo attraversato momenti di difficoltà e sappiamo quanto sia importante essere guardati, curati e accompagnati.

Le moderne tecnologie ci permettono di sentirci vicini anche quando i contatti personali, una carezza, un abbraccio, preghiera fatta insieme, sono difficili. 

Aiutare chi soffre dona senso alla nostra vita e a quello altrui.

 

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Dal Vangelo di Giovanni – Gv 4, 13-14

Gesù le risponde:

“Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete;

ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno.

Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. 

(Gv 4, 13-14)

 

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nulla può sostituire la presenza…

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

“Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#23_Pag.67- 68  (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

La non conoscenza tra persone può diventare paura dell’altro. Anche per la strada o nei negozi si creano, tra, esseri umani, fratelli e sorelle, silenzi imbarazzanti; talvolta basterebbe un sorriso, un saluto. Il dramma dell’isolamento sta diventando reale per molte persone; penso in particolare gli anziani soli, ma anche ad alcuni giovani. 

Le persone dedicano molto tempo alle relazioni social; in esse si possono incontrare nuove amicizie, mantenere vive relazioni con persone lontane, risparmiare tempo ed energie organizzative anche se nulla può sostituire la presenza, un abbraccio, un bacio scambiato e, una passeggiata tenendosi per mano.

Abbiamo bisogno degli altri, che qualcuno si prenda cura di noi e che noi ci prendiamo cura di qualcuno. Gesù stesso è stato bambino; ha avuto bisogno della mamma e del papà per essere lavate, imboccato, cullato, vestito, sono stati necessari i genitori per imparare a camminare, a leggere e a scrivere. Talvolta, fra adulti, risulta addirittura difficile raccontare ciò che c’è successo, chiedere consiglio per una scelta da compiere o per un problema da risolvere. 

È importante ascoltare, lentamente, nella pace, donare tempo; Gesù ascoltato, a Nazareth, per trent’anni. Possiamo essere tutti i protagonisti di un ministero dell’ascolto e della consolazione, della prossimità, pronti a donare parole e gesti di speranza; questi semplici atteggiamenti potrebbero essere il germoglio di qualcosa di nuovo.

 

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Vivere l’amore di Dio…

“Vivere l’amore di Dio secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo,

è la sorgente di tutti i comandamenti.

 

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Noi siamo il nostro corpo che morirà e risorgerà con noi.

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

“Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#22_Pag.67  (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

Noi siamo il nostro corpo che morirà e risorgerà con noi. Ancora una volta il diavolo è presente, pronto all’inganno, a favore di un esercizio non adeguato della nostra corporeità e sessualità, i meravigliosi doni che Dio ci ha fatto per il bene di noi suoi figli.

La cura del nostro fisico, della nostra salute è un dovere, ma un inganno in cui cadiamo facilmente è quello di curare molto, troppo, in maniera sproporzionata il nostro aspetto fisico che peraltro, inevitabilmente, va degradandosi; talvolta dedichiamo troppo tempo, fatica, energie e soldi a diete, prodotti legati alla salute, ginnastica, personal trainer, vestiti, gioielli, fitness per essere belli e unici, guardati e ammirati, per essere visibili, notati da qualcuno, almeno sui social. Spesso non dedichiamo altrettanto tempo alla nostra dimensione spirituale e relazionale, alle amicizie, allo stare insieme, al parlare della vita, di un’esperienza, di un viaggio, di un film, di situazioni e vicende importanti, a donare la nostra bellezza interiore spesso fatta di sofferenze e preoccupazioni, di depressione e di rinascita, di fragilità e di forza.

Anche saper dialogare e stare insieme allegramente è un modo per essere protagonisti, per mostrare la nostra bellezza spirituale intima, che non sfiorisce mai, anzi, con il tempo aumenta perché quella bellezza che viene dall’esperienza della vita ed è la bellezza di Dio a cui tutti assomigliamo.

 

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Parresia, Atarassia, Levità: vivere in pienezza ogni incontro

C’è una sola strada: va dall’amore all’amore, con Colui che è Amore. E su questa via, tre parole illuminano il cammino: Parresia, Atarassia e Levità.

Parresia è il coraggio di vivere nella verità, di parlare con coscienza senza paura, con la libertà di chi si affida all’Amore.

Atarassia è la serenità profonda, la quiete dell’anima che non si lascia scuotere dalle tempeste, perché sa che tutto ciò che è bene è nelle mani di Dio.

Levità è la leggerezza dello spirito che sa danzare tra le sfide, trasformando ogni peso in slancio, ogni ombra in luce.

Queste tre parole sono divenute il perno della mia esistenza quotidiana, dopo Dio Signore nostro. Ogni incontro, ogni sguardo, ogni parola che scambio con chi incrocia il mio cammino, voglio che sia un riflesso di questa consapevolezza.

Perché la vita è un viaggio, e l’unica direzione è sempre e solo verso l’Amore.

 

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La perfezione dell’amore

La perfezione dell’amore:

“Se Dio è Amore,

ognuno di noi deve tendere a vivere l’amore agapico.”

Mc

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #unideacondivisalibertàattraversoilsapere #economiadellasalvezza #Gesù 

Il Dialogo cos’è?

“Il dialogo è aprire la propria mente e il propio cuore all’altro,

e lasciare l’altro libero di prendere quello che desidera,

e di lasciare quello che non gli è gradito.”

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #unideacondivisalibertàattraversoilsapere #economiadellasalvezza #Gesù 

Il prendersi cura dell’altro spesso avviene nella cura delle piccole cose, dei dettagli…

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

“Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#21_Pag.66  (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

A partire dall’espressione amerai il prossimo tuo si è diffusa nell’ambito ecclesiale la parola prossimità come strada privilegiata per il presente il futuro della Chiesa e della società. Le relazioni di prossimità, di cura e di amicizia hanno bisogno di tempo, di qualità, di profondità. 

I ritmi della vita spesso sono frenetici, la mobilità rende difficile anche le relazioni più semplici ed immediate. Talvolta sento dire che non ci si conosce più nemmeno tra famiglie dello stesso condominio. I più giovani sono, in alcuni casi obbligati a lavorare lontano dalla propria città, dalle amicizie, in Italia e anche all’estero. 

Il prendersi cura dell’altro spesso avviene nella cura delle piccole cose, dei dettagli; nessuno può pensare di essere autonomo, tutti abbiamo bisogno degli altri e gli altri hanno bisogno di noi.

Gli anni del Covid’, il lockdown e l’obbligo di rimanere in casa, ci hanno insegnato molte cose fra cui la bellezza dello stare insieme, nell’attenzione ai particolari e nella tenerezza, e, successivamente, l’importanza dell’incontrarsi di persona, di abbracciarci; l’avere un corpo, la fisicità, la sessualità sono tutti i grandi doni di Dio, da lui voluti, come sempre, per la nostra gioia.

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #unideacondivisalibertàattraversoilsapere #economiadellasalvezza #Gesù 

Auto-Redenzione

Qual è il significato di “redenzione”?

“La vera redenzione è vivere l’amore di Dio SS.Trinità, rivelato e vissuto da Gesù Cristo.”

Qual è la differenza con “L’auto-redenzione”?

Auto-redenzione significa:

  1. Accettare l’amore misericordioso di Dio;
  2. Ringraziare la SS.Trinità per quello che ci concede sempre;
  3. Essere riconoscente nell’essere misericordiosi nei confronti degli altri.

In parole semplici:

“Tu ricambi l’amore di Dio amando gli altri, e quindi c’è il riscatto per guarire alla grazia di Dio.”

Il dono dell’auto-redenzione tu lo paghi “amando gli altri”.

Ma ricordiamoci che prima devi purificare te stesso mediante la grazia di Dio, e poi amare gli altri.

Più ami gli altri, più Ti redimi. Più ami gli altri, più sei gradito a Dio.

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #unideacondivisalibertàattraversoilsapere #economiadellasalvezza #Gesù 

Il linguaggio preferito dei bambini e dei ragazzi è il gioco

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#20_Pag.37-38  (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

Le famiglie potrebbero chiedere alla comunità cristiana di poter pensare a realizzare insieme i percorsi di iniziazione cristiana dei propri figli. 

Un’idea percorribile potrebbe essere quella in cui le famiglie, durante l’anno precedente la ricezione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana dei loro figli, si rendono disponibili a vivere con i bambini ragazzi momenti di ritiro, pellegrinaggio, servizio, preghiera, festa ecc… I genitori, insieme con i propri figli, potranno così raccontare e approfondire le medesime esperienze vissute. 

I bambini e i ragazzi non sono solo i destinatari della fede; da subito possono essere protagonisti, iniziare a pregare per i propri amici e compiere gesti di carità in famiglia con i loro compagni.

Il miglior modo per prepararsi alla Prima Comunione alla Cresima dei propri figli, il più bel regalo che si possa fare loro è quello di partecipare, tutti insieme, uniti come famiglia, con i padrini, le madrine, i testimoni, ogni domenica, alla S. Messa, ricevendo la Santa Comunione. 

Non possiamo dimenticare che il linguaggio preferito dei bambini e dei ragazzi è il gioco. Il gioco è un grande strumento educativo; prevede delle regole uguali per tutti, educa all’onestà, alla collaborazione; in parrocchia ai bambini e ai ragazzi è importante che sia offerta la possibilità di giocare, di divertirs. 

Settimanalmente può essere data ai giovani la possibilità di essere protagonisti nella vita della parrocchia offrendo spazi di preghiera per il mondo, di catechesi sulla Parola di Dio della domenica insieme ad ampi spazi di gioco e di divertimento, di sport, musica e servizio a chi soffre in modo proporzionato all’età.

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La Quaresima…

“La Quaresima è il periodo in cui Gesù è solidale con gli uomini giusti,

i quali, insieme a Lui, intraprendono la via dolorosa.”

 

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Dare la vita…

“Dare la vita, è anche accettare di soffrire, accettando la GIOIA.”

(MQuoist)

 

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Per amare…

“Per amare, è necessario passare dal desiderio di prendere, alla volontà di donare e di accogliere.”

(M.Quoist)

 

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La consapevolezza di non sapere tutto non è segno di debolezza

“La consapevolezza è una necessità assoluta, inderogabile, un prerequisito essenziale per trovare la beatitudine.”

Avere la consapevolezza delle nostre virtù, ma soprattutto dei nostri limiti, è importante.

Per esempio, avere la consapevolezza di non sapere tutto, non è segno di debolezza, ma una preziosa umiltà, che guida verso una fede più profonda e aperta.

 

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La Via della Trasformazione Autentica

“La vera trasformazione non avviene cercando di evitare le difficoltà, ma imparando a viverle con un nuovo stile di vita interiore, radicato nella presenza e nella profondità dell’essere.”

Quando accogliamo la Parola di Dio con cuore buono e sincero e la mettiamo in pratica, succede come se Dio prendesse carne in noi, perchè prende dimora in coloro che lo amano e osservano la Sua Parola.

È diversamente facile capire questo, ma, sì, è facile sentirlo nel cuore.

(Mc)

 

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La tavola è un altare dell’amore familiare

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#19_Pag.36-37 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

Grazie ai ministri straordinari dell’Eucarestia che, portando la Santa Comunione in casa, uniscono i malati alla comunità cristiana raccolta in chiesa.

I ritmi della vita contemporanea ci dicono che spesso la famiglia si ritrova raccolta solo la sera, intorno alla tavola, all’ora di cena. Credo sia bello ricevere una visita del parroco, di un diacono o di un membro della comunità quando è presente tutta la famiglia. 

Le giovani coppie, dopo la celebrazione del matrimonio, dovrebbero continuare a vedersi per pregare, camminare e crescere insieme in casa o in parrocchia. 

Suggerisco alle coppie sposate di concludere ogni giornata con una preghiera e una benedizione per i propri figli. Un momento di preghiera per la famiglia potrebbe essere il momento della cena: è bello ringraziare per il cibo ricevuto e pregare per chi non ha di che mangiare a sufficienza e per le questioni della vita e della cronaca quotidiana. Potrebbero avviare la preghiera a turno i genitori ma anche i figli, a rotazione. In casa si può sperimentare la bellezza di lavare i piatti, di apparecchiare con amore, di raccogliere le briciole, lavare per terra e portare fuori la spazzatura.

La tavola è un altare dell’amore familiare; intorno ad essa ci si nutre del cibo dell’amore di Dio e dell’amore reciproco; il cibo materiale non va sprecato, ne avanzato o disprezzato; molti fratelli e sorelle nel mondo faticano ogni giorno per trovare qualcosa di commestibile.

Il venerdì, ogni venerdì, è per il cristiano un giorno penitenziale, in ricordo del giorno della morte di Gesù; potrebbe essere bello, educativo, il venerdì, rinunciare a una parte di cibo, qualcosa di significativo, insieme. La domenica invece è festa! 

Ogni membro della famiglia è chiamato ad avere i propri spazi di preghiera, di dialogo cuore a cuore con Dio. Una famiglia che prega e chiede aiuto a Dio, che invoca l’aiuto dal cielo dei propri defunti, dei propri angeli, non deve temere nulla. La famiglia è il primo luogo dove i bambini e ragazzi imparano a vivere la fede.

 

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Ogni essere umano…

“Ogni essere umano

desidera amare ed essere amato,

e una società che nega questo principio

è destinata a collassare su se stessa.”

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #unideacondivisalibertàattraversoilsapere #economiadellasalvezza #Gesù 

 

 

Le nostre case potrebbero diventare luoghi di incontro…

 

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#18_Pag. 35 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

                                          LE NOSTRE CASE

Le nostre case potrebbero diventare luoghi di incontro tra famiglie, tra amici, tra adulti e giovani, luoghi di fraternità.

Effatà, apriti, apriamoci, apriamo la mente, i nostri cuori, le braccia, gli occhi, le nostre case. 

È bello cenare insieme, raccontarsi, chiedere e donare consigli, pregare, condividendo il cibo portato da casa propria, ascoltare; Gesù stesso frequentava la casa di Pietro, di Marta, Maria e Lazzaro, accettava di andare a pranzo da stranieri come Simone il cananeo; San Paolo accoglieva gli inviti di famiglie, di Aquila e Priscilla, conosceva personalmente, come racconta nelle sue lettere, genitori e nonni dei suoi discepoli. 

Spero che le nostre case diventino luoghi di fraternità missionaria, dove poter invitare anche i nostri amici per gustare il profumo e il sapore dell’amore di Dio. La convivialità fatta di amicizia, di preghiera, ma anche di tagliatelle, di piadina e squacquerone, di un bicchiere di Sangiovese, è un linguaggio che tutti capiscono e gradiscono.

Il pranzo insieme, mangiare le stesse cose, unisce e genera fraternità e uguaglianza. Cucinare, preparare con attenzione la tavola, servire è un modo di amare.

La visita alle famiglie con la possibilità di vivere insieme un momento di preghiera è un gesto pastorale molto diffuso nella nostra comunità cristiana. Spesso i sacerdoti e i diaconi non riescono più a far fronte a questo impegno; anche altri membri della comunità cristiana, religiosi, consacrati, laici potrebbero svolgere un ministero di visita anche più volte durante l’anno, specialmente ai più anziani e soli. 

La visita agli anziani e alle persone sole potrebbe essere un vero servizio, settimanale; i circoli parrocchiali, gli oratori, aperti per un momento di festa, di preghiera, per una partita a briscola o a tresette, per una barzelletta, una ciambella condivisa o per discorsi importanti hanno bisogno della generosa disponibilità di qualcuno perchè nascano.

 

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Che siano una sola cosa.

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#17_Pag.34-35 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

La tradizione vuole che ogni vescovo debba scegliere un motto, una frase ispiratrice del suo servizio, e uno stemma; durante il periodo di preghiera in preparazione all’ordinazione episcopale ho scelto come motto un’espressione che Gesù ha pronunciato durante la sua grande preghiera dell’Ultima Cena: ti prego, Padre, che siano una cosa sola, come io e Te siamo una cosa sola; custodiscili dal maligno che è il grande divisore. 

Ut unum sint significa che siano una cosa sola; Gesù ha pregato pensando agli apostoli, i vescovi, ai preti e ai diaconi, fra loro e con il vescovo, alla chiesa, alle parrocchie, alle famiglie, alla società, all’umanità.

Unità non vuol dire uniformità, copiare tutti le stesse azioni, vivere le stesse esperienze, avere tutti le stesse opinioni. Unità vuol dire stare insieme, lasciarsi portare dallo Spirito, sapere e sentire di essere una cosa sola con Gesù.

Ai presbiteri, ai diaconi e a me stesso chiedo di essere una cosa sola, fra loro, con Dio, e con il Vescovo.

 

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Chi ama, fa amare.

Ti evito le solite presentazioni e vado subito al sodo, poi se ti va ti racconto anche qualcosa di me. 

Ma non è rilevante, adesso. 

Rilevante adesso è capire, subito, che oggi “Chi ama, fa amare.”

          “Amare è far sorgere nell’altro una nuova vita. Ricrearlo.”

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #unideacondivisalibertàattraversoilsapere #economiadellasalvezza #Gesù 

L’unità delle famiglie, delle parrocchie, della chiesa, dell’umanità è un grande sogno di Dio.

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#16_Pag.33-34 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

La cura degli anziani, dei malati o di figli in difficoltà impegna molto la famiglia che non può essere lasciata sola.

Un momento inevitabile della vita di una famiglia è il lutto, la morte di un nonno, di un genitore; la morte è una tappa della vita, da cui tutti passeremo. Purtroppo talvolta la malattia o un incidente interrompono anzitempo la vita di persone giovani. In questi momenti è importante stare uniti e affermare con coraggio che la vita continua e che tutti ci ritroveremo nella casa del padre. Grazie a chi partecipa, prepara, le veglie funebri, la recita del S. Rosario, i funerali; grazie ai preti e diaconi che accompagnano le famiglie, in chiesa, cimitero e nella vita; grazie a chi continua a stare vicino alle persone nei mesi successivi al lutto. Addio vuol dire arrivederci in Dio.

Chi, per vari motivi, non ha famiglia o è in situazioni difficili ha comunque bisogno di una comunità di vita, una nuova più ampia famiglia dove trascorrere una parte o la totalità della propria esistenza. Grazie a chi si dedica al servizio di una comunità di accoglienza; nella nostra diocesi ce ne sono molte, dedicate ai disabili, ai malati, a chi vive di dipendenze, chi è fragile. Sono luoghi di Vangelo vissuto che dovremmo tutti frequentare sotto in grado di rigenerarci.

Le famiglie che hanno fra i propri membri persone con disturbo dello spettro autistico hanno fortunatamente sul territorio molti punti di riferimento e non vanno lasciate sole. Grazie alla grande testimonianza di amore e dolce pazienza di tanti genitori. Dio è con voi. 

Auguro a tutte le famiglie, di pedalare sulla strada di Gesù; appena arrivato Romagna ho visto che qui tutta la famiglia va in bicicletta: i bambini, i ragazzi, i giovani, i genitori e i nonni; anche i professori universitari, gli impiegati, i manager, gli operai, le signore, gli italiani e gli stranieri, i vescovi e preti vanno in bici. La bicicletta semplice e allegra, crea una sensazione di famiglia, antica e sempre nuova.

L’unità delle famiglie, delle parrocchie, della chiesa, dell’umanità è un grande sogno di Dio.

Amare

“Amare è far sorgere 

            nell’altro una

nuova vita –   Ricrearlo.”

(Michel Quoist dal Libro <<Parlami d’amore>>)

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #unideacondivisalibertàattraversoilsapere #economiadellasalvezza #Gesù 

Essere mamma e papà è una risposta vocazionale impegnativa e bellissima

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#14_Pag.31-32 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

 

Nella società di oggi spesso si parla di famiglia composta da una persona sola, in molti casi anziana. 

La solitudine è una situazione di grande sofferenza; i nostri condomini potrebbero diventare luoghi di fraternità, vicinanza, prossimità con chi è anziano e solo. I nostri vicini di casa sono il nostro prossimo.

Ringrazio le famiglie che aprono il loro cuore alla vocazione all’affido e all’adozione: Dio vi benedice. Alcune coppie non hanno ricevuto il dono di un figlio secondo la carne, ma vivono con generosità altre forme di fecondità nell’educare, nell’accogliere, nel servizio: grazie! 

L’ascolto di molti genitori afferma con chiarezza che essere mamma e papà è una risposta vocazionale impegnativa e bellissima; spesso si dice che i figli vengono generati più volte nella vita, sia naturalmente, secondo la carne, ma anche spiritualmente ed educativamente. I nostri figli, quando avevano dodici mesi, sono gli stessi di quando hanno avuto dodici anni o diciotto o trent’anni, ma quanto sono cambiati! 

Le nostre comunità cristiane e tutta la società ricevono vita dalla presenza di bambini, ragazzi, adolescenti e giovani; in un certo senso i giovani sono figli di tutti, sono gioia per tutti; ogni adulto è responsabile della loro crescita. Ricordiamoci di festeggiare in parrocchia la nascita di un bambino, di pregare per i genitori, di ricordare a tutti la gioia di un battesimo. I primi anni di vita di un fanciullo potrebbero essere molto impegnativi per la famiglia, anche dal punto di vista economico. Spesso alcune giovani coppie faticano a trovare una casa, ad arredarla. Il desiderio di avere un figlio non può essere bloccato da un problema economico: aiutiamo la vita nascente.

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #unideacondivisalibertàattraversoilsapere #economiadellasalvezza #Gesù 

Le persone si innamorano se sentono che qualcuno le ama, si prende cura di loro.

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#13_Pag.30-31 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

Il matrimonio è una chiamata di Dio, nasce nella comunità cristiana. Tutti devono pregare perché i ragazzi scoprono questa vocazione.

Le persone si innamorano se sentono che qualcuno le ama, si prende cura di loro.

Il sacramento del matrimonio è la presenza di Dio nella vita dei due coniugi; c’è chi dice che l’amore può spegnersi e finire, ma la preghiera, la Parola di Dio, i sacramenti dell’Eucarestia e della Confessione sono sostegni sicuri perché il fuoco dell’amore e dell’unità continuino ad ardere incessantemente. 

Preghiamo per le coppie che si preparano al matrimonio e per le coppie guida che le accompagnano nei percorsi di preparazione in prossimità delle nozze. Per i fidanzati, un buon modo per prepararsi al matrimonio cristiano e quello di frequentare insieme, tutte le domeniche, la S. Messa, possibilmente nella comunità cristiana dove già vivono; cari giovani fidanzati, fate tutto il possibile per riuscirci! 

Un caro abbraccio le coppie separate, divorziate, risposate e civilmente e ai vostri figli; la Chiesa di cui fate parte vi è vicina, prega per voi e con voi desidera cercare nuove strade di presenza nella comunità cristiana perché possiate far fruttificare il dono che ogni essere umano porta con sè;  cercate un accompagnatore spirituale e cominciate a camminare secondo lo Spirito di Gesù.i

In alcuni casi, dopo un percorso sempre doloroso, gli sposi hanno scoperto che alla base della loro separazione c’era una scelta non pienamente consapevole; in queste situazioni si può arrivare a una dichiarazione di nullità del matrimonio che non consiste nella cancellazione del sacramento bensì nell’affermazione che il sacramento, per vari motivi, non c’è mai stato. Oggi il percorso per la dichiarazione di nullità è più semplice di un tempo.

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #economiadellasalvezza #Gesù 

 

Nella famiglia cresciamo, impariamo a vivere, amare, a fare delle scelte, a credere

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#12_Pag.29-30 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

Ogni giorno, sposi e consacrati, preti, religiosi, ogni persona è invitata ad alimentare il fuoco della propria vocazione, ricordando la fedeltà di Dio che ci ha chiamati e quindi ci aiuta, nell’alleanza con noi fino al sangue.

L’unità della famiglia richiede dialogo, impegno e sacrificio; c’è una croce da portare è una risurrezione per cui gioire.

Vorrei che la famiglia fosse maggiormente al centro della vita della Chiesa. Se la famiglia vive, è unita, è gioiosa, tutta la Chiesa e, quindi, la società rifioriscono. 

L’iniziazione cristiana dei bambini e ragazzi andrebbe vissuta fin dall’inizio insieme alle famiglie.

La visita alle famiglie, quella che talvolta viene chiamata benedizione delle case, è un gesto molto importante nella nostra diocesi; spesso vengono visitati e benedetti anche luoghi di lavoro dove padri e madri di famiglia trascorrono molte ore.

Nella famiglia cresciamo, impariamo a vivere, amare, a fare delle scelte, a credere. Alcune famiglie sono ferite in modo molto pesante; tutte portano croci e vivono sofferenze; Dio è vicino al dolore delle famiglie.Tutte le famiglie prima o poi vengono segnate dalla malattia, da problemi sociali o legati alla giustizia.

Dico grazie ai medici, a coloro che si occupano della nostra salute, agli operatori sociali, agli avvocati, ai magistrati, a chi si occupa della sicurezza e del benessere di tutti.

L’amore di coppia, la nascita e l’educazione dei figli sono un’esperienza meravigliosa che dà senso alla vita, la risposta a un desiderio di Dio che coinvolge tutti. L’amore che nasce in una coppia di giovani è una realtà bellissima, un fiore meraviglioso, una fiamma che ha bisogno dell’aiuto di Dio per ardere e illuminare. Innamorarsi è bello; è bello vedere ragazzi camminare tenendosi per mano e scambiarsi con delicatezza un bacio.

 

#massimocreati #consapevolezza #sapereperdecidere #economiadellasalvezza #Gesù 

 

Cosa ci propone Gesù?

Sento spesso la domanda: “Chi è Gesù?

Credo che rispondere a questa domanda sia diversamente facile.

Forse è meglio un’altra domanda che sicuramente è più facile da comprendere e meditare:

Cosa ci propone Gesù?

Per una vita serena Gesù ci propone:

  1. Sincerità
  2. Amicizia
  3. Pace
  4. Perdono
  5. Amore
  6. Parresia

Gesù ci propone uno stile di vita che parla di sincerità, amicizia autentica, giustizia e amore.

 

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Il vero significato di Regno di Dio

“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,15).

Quante volte sentiamo parlare del Regno di Dio.

Ma cosa significa veramente? In cosa consiste questo Regno che è vicino, che ci è già accanto? 

Il cuore del Regno di Dio è l’amore. È un regno spirituale, non visibile agli occhi, ma percepibile nel profondo dell’anima. 

Ovunque si viva l’amore autentico, l’accoglienza, la misericordia e la giustizia, lì il Regno di Dio è presente.

È un regno che chiama alla conversione, non solo nel senso di un cambiamento di condotta, ma soprattutto come un’apertura radicale del cuore. È l’invito a lasciarsi guidare dall’amore di Dio e a partecipare attivamente alla sua missione di portare pace e salvezza al mondo. 

Il Regno si manifesta ogni volta che decidiamo di amare, di perdonare, di costruire ponti invece di muri.

Certo, vedremo la sua perfezione solo quando il nostro corpo sarà vivificato e glorificato, ma già da ora possiamo assaporarne la bellezza. E per farlo, ci viene chiesto di aprire il cuore e accogliere questa presenza divina nella nostra vita quotidiana.

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Che cos’è l’Eucaristia?

Sabato scorso, mentre come di consueto io e il mio caro amico Marco ci spostavamo in auto per partecipare alla Santa Messa del mattino, gli ho fatto una domanda:

“Che cos’è l’Eucaristia per te?”

Dalla sua preziosa risposta mi è scattata l’idea di approfondire come sempre per imparare e focalizzare bene una volta per tutte il significato vero che ahimè in generale, nella vita normale di comunità, nessuno ci spiega.

Ho fatto uno studio sull’Eucaristia attingendo dal Catechismo della chiesa cattolica e di seguito riporto alcuni articoli (1374-1406-1413)

Eucaristia – PARTE SECONDA
LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO

1374 Il modo della presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche è unico. Esso pone l’Eucaristia al di sopra di tutti i sacramenti e ne fa « quasi il coronamento della vita spirituale e il fine al quale tendono tutti i sacramenti ». 201 Nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero. 202 « Tale presenza si dice “reale” non per esclusione, quasi che le altre non siano “reali”, ma per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Dio e uomo, tutto intero si fa presente ». 203

(201) San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, III, q. 73, a. 3, c: Ed. Leon. 12, 140.

(202) Cf Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de ss. Eucharistia, canone 1: DS 1651.

(203) Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei: AAS 57 (1965) 764.

In sintesi

1406 Gesù dice: « Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno […]. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna, […] dimora in me e io in lui » (Gv 6,51.54.56).

1413 Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e Sangue con la sua anima e divinità. 252

(252) Cf Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de ss. Eucharistia, c. 3: DS 1640; Ibid., canone 1: DS 1651.

Quindi:

Che cos’è l’Eucaristia?

L’Eucaristia è la presenza del Cristo totale.

Ma dov’è scritto?

Nel catechismo della chiesa Cattolica. (ai numeri 1374-1406-1413):

“Si celebra l’Eucaristia, e in questa celebrazione dell’Eucaristia c’è l’ostia consacrata.”

Nell’ostia consacrata chi c’è?

C’è il Cristo totale!

Cosa si intende per Cristo totale?

Gesù uomo vivificato e Dio inscindibilmente legato a Lui.

Per cui quando riceviamo l’Eucaristia noi entriamo in comunione con Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.

 

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La soddisfazione nell’amore individuale…

Ogni tentativo di amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità, che la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio.

Senza queste virtù è impossibile amare veramente.

(Rif. Erich Fromm “L’arte di amare”)

 

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Tenere in me il fuoco della missione

“M’impegno ogni giorno a tenere vivo in me il fuoco della missione, il desiderio di portare a tutti la buona notizia di Gesù Cristo.”

 

(Rif. dai miei appunti del 8 febbraio 2025)

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La venuta di Gesù

“La venuta di Gesù non è stata per togliere i peccati, ma per togliere il peccato, e il peccato è quello di non conoscere con chiarezza Dio.”

 

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Occorre sapere cosa comunicare

“Oggi più che mai abbiamo il dovere di comunicare seguendo due semplici regole che ho imparato. negli anni:

Occorre sapere cosa si vuole comunicare e occorre ricordare sempre che chi ci ascolta esiste, non è un’astrazione.

Quindi dobbiamo impegnarci a farci comprendere con il linguaggio di chi ci sta ascoltando o leggendo.”

(Rif. dai miei appunti del 21 gennaio 2022)

 

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Essere nella verità

“Essere nella verità, fare la verità, significa orientare la propria esistenza a favore del bene dell’uomo, ponendo il bene dell’altro come principio assoluto della propria esistenza.

Quanti lo fanno sono in grado di ascoltare e capire la voce del Signore.”

(Rif. dai miei appunti del 23 gennaio. 2022)

 

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Gesù è la Parola vivente

“Con Gesù c’è la Parola vivente che è Dio.

In Gesù Cristo parla e opera la persona divina mediante Gesù Cristo.

Gesù Cristo è l’uomo che presta la bocca a Dio, e trasmette le parole di Dio, presta le sue mani a Dio, ed opera mediante le sue mani, e via via dicendo.”

(Rif. dai miei appunti del 2 novembre 2021)

Note:

Dal n°262 del Catechismo della Chiesa Cattolica:

“L’incarnazione del Figlio di Dio rivela che Dio è il Padre eterno e che il Figlio è consonstanziale al Padre, cioè che il Lui e con Lui è lo stesso unico Dio.”

… e la Parola è mobile, creativa ed efficace! (Card. G.Ravasi)

 

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Il vero centro dell’esperienza di fede

Il vero centro dell’esperienza di fede è l’amore di Dio e l’amore del  prossimo, purificandola dall’ipocrisia del legalismo e del ritualismo.

Se l’esperienza della fede si riduce solo ad abitudini religiose allora quando la vita si presenterà con qualcosa di serio esse non potranno salvarci perché altro non sono che puri gesti messi in atto per eludere la cosa più importante: conoscere e amare la persona di Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

Gesù stesso ci insegna che i comandamenti di Dio si riassumono nell’amare Dio e il prossimo. E questo amore non può essere solo proclamato, ma deve essere vissuto.

(Rif. Vg. Mc 7,1-13)

 

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Amare è fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.” 

#11_Pag.28-29 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

 

“Molto spesso Papa Francesco, parlando alle famiglie, ricorda quanto sia importante imparare a chiedere “per favore”,“scusa“, a dire “grazie“, “ti chiedo perdono“,“ti voglio bene“.

L’esortazione apostolica Amoris Laetitia è un tesoro di suggerimenti per vivere la gioia dell’amore in famiglia. Tutte le sere le coppie potrebbero ritrovarsi, in presenza o, se distanti, almeno via web, guardarsi negli occhi, ascoltarsi e pregare insieme, sciogliere nella preghiera ogni piccolo sassolino che può essersi inserito nell’ingranaggio dell’amore, dissipare ogni velo d’ombra grazie alla chiarezza e dalla luminosità di Dio. 

È importante essere disponibili a offrire tutto, sacrificare ogni cosa per mantenere l’unità, la freschezza e la gioia della coppia e poi della famiglia.

Il matrimonio è la disponibilità a morire per amore dell’altro, dell’altra; Gesù dice che non c’è un amore più grande del dare la vita per i propri amici.

Lo sposo e la sposa rappresentano, l’uno per l’altro, Gesù, disponibile a morire per me. In tutti noi c’è la paura di soffrire, di morire, di essere abbandonati e, contemporaneamente, il desiderio di essere trattati con gentilezza, con attenzione, con rispetto.

Amare è fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.

Amare è dire a qualcuno: tu non morirai, sarai per sempre con me, nel mio cuore, non ti abbandonerò mai. Dio ci ama così, siamo e saremo sempre con lui e lui con noi.”

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Ringraziare Dio… Significato

Ringraziare Dio vuol dire che nessuno ti può strappare dalle Sue mani.

Signore Ti ringrazio perchè io in eterno sarò con te.

Signore Ti ringrazio perchè mi hai destinato a partecipare eternamente alla tua gloria.

 

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Pregare, Meditare, Contemplare… Significato

Pregare significa aprire la porta della propria mente e del proprio cuore alla grazia di Dio.

Meditare significa studiare con attenzione tutto ciò che ci è stato rivelato da Dio mediante Gesù Cristo.

Contemplare significa lasciarsi abbracciare da Dio.

 

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Sono le nostre decisioni la prova se abbiamo incontrato o no Cristo

E tutti quelli che lo toccavano erano guariti.

Finché l’esperienza cristiana si ferma ad essere solo un’esperienza intellettuale, informativa, teorica, questo non cambia la nostra vita.

Abbiamo bisogno di fare esperienza di Cristo e non semplicemente ragionamenti su di Lui. In questo senso i sacramenti sono un modo esperienziale di entrare in rapporto con Lui. E la nostra vita di preghiera dovrebbe sempre mirare all’esperienza e non alla semplice riflessione. Quasi mai però pensiamo al fatto che se la nostra preghiera non finisce con una decisione allora è stato solo puro esercizio teorico.

Sono le nostre decisioni la prova se abbiamo incontrato o no Cristo veramente.

Rif. Mc 6, 53-56

 

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Saremo giudicati solo sull’amore…

“Diceva un grande santo che alla fine della vita saremo giudicati solo sull’amore.

Ed è questa l’unica materia in cui dobbiamo farci trovare preparati.”

Rif. Lc 13, 22-30

 

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La vita spirituale ha bisogno di ritmi alternati.(Vg. Mc 6,30-34) Commento di Fra Stefano

Mc 6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.

Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Parola del Signore

Lode a te o Cristo

COMMENTO DI FRA STEFANO:

Gli apostoli tornano dall’esperienza missionaria ed è bellissimo cogliere il cuore di Gesù verso di loro. Reduci dall’annuncio, stanchi e probabilmente carichi di emozioni, vengono invitati da Gesù a ritirarsi in disparte, a prendersi cura di sé.

Quante volte anche noi corriamo, riempiamo le nostre giornate di impegni, anche buoni e sacrosanti, dimenticandoci però di fermarci? Gesù sa che i suoi discepoli hanno bisogno di riposare, di metabolizzare l’esperienza, di ricaricarsi. Non li rimprovera per la stanchezza, anzi: li conduce lui stesso in un luogo appartato.

Ma la folla li segue. E qui c’è un passaggio meraviglioso: Gesù non si arrabbia, non si sottrae. Prova compassione. La sua compassione supera la stanchezza, trasforma la loro fatica in un momento di grazia.

La riflessione è profonda: la vita spirituale ha bisogno di ritmi alternati. Momento dell’azione e momento della contemplazione. Tempo per donare e tempo per ricevere. Spazi per gli altri e spazi per sé.

Gesù ci insegna che riposare non è un lusso, ma una necessità. Fermarsi non è un’interruzione della missione, ma parte della missione stessa. La solitudine spirituale non è fuga, ma rigenerazione.

Quante volte invece noi scaliamo l’efficienza, riempiamo ogni momento, confondiamo l’affannarci con il vivere? Il Signore ci ricorda che la qualità del nostro lavoro passa attraverso la capacità di sostare, di ascoltare, di lasciarsi guardare da Lui.

La vera rigenerazione non sta nel fare di più, ma nell’essere aperti alla sua tenerezza. Nel lasciarci raggiungere da quello sguardo che ci racconta chi siamo davvero, e noi siamo molto più delle nostre opere.

Che il Signore ci doni la sapienza di fermarci, di respirare, di ritrovare nel silenzio la sorgente della nostra energia spirituale.

50. La fecondità del matrimonio 2

Dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo

GAUDIUM ET SPES

50. La fecondità del matrimonio

Tale legge divina manifesta il significato pieno dell’amore coniugale, lo protegge e lo conduce verso la sua perfezione veramente umana.

Così quando gli sposi cristiani, fidando nella divina Provvidenza e coltivando lo spirito di sacrificio (117), svolgono il loro ruolo procreatore e si assumono generosamente le loro responsabilità umane e cristiane, glorificano il Creatore e tendono alla perfezione cristiana.

Tra i coniugi che in tal modo adempiono la missione loro affidata da Dio, sono da ricordare in modo particolare quelli che, con decisione prudente e di comune accordo, accettano con grande animo anche un più grande numero di figli da educare convenientemente (118).

Il matrimonio tuttavia non è stato istituito soltanto per la procreazione; il carattere stesso di alleanza indissolubile tra persone e il bene dei figli esigono che anche il mutuo amore dei coniugi abbia le sue giuste manifestazioni, si sviluppi e arrivi a maturità. E perciò anche se la prole, molto spesso tanto vivamente desiderata, non c’è, il matrimonio perdura come comunità e comunione di tutta la vita e conserva il suo valore e la sua indissolubilità.

Fine Parte 2/2

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50. La fecondità del matrimonio 1/2

Dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo

GAUDIUM ET SPES

50. La fecondità del matrimonio

Il matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati per loro natura alla procreazione ed educazione della prole. I figli infatti sono il dono più eccellente del matrimonio e contribuiscono grandemente al bene dei genitori stessi. Dio che disse: « non è bene che l’uomo sia solo» (Gn 2,18) e «che creò all’inizio l’uomo maschio e femmina » (Mt 19,4), volendo comunicare all’uomo una speciale partecipazione nella sua opera creatrice, benedisse l’uomo e la donna, dicendo loro: «crescete e moltiplicatevi» (Gn 1,28). Di conseguenza un amore coniugale vero e ben compreso e tutta la struttura familiare che ne nasce tendono, senza trascurare gli altri fini del matrimonio, a rendere i coniugi disponibili a cooperare coraggiosamente con l’amore del Creatore e del Salvatore che attraverso di loro continuamente dilata e arricchisce la sua famiglia.

I coniugi sappiano di essere cooperatori dell’amore di Dio Creatore e quasi suoi interpreti nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla; ciò deve essere considerato come missione loro propria.

E perciò adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilità e, con docile riverenza verso Dio, di comune accordo e con sforzo comune, si formeranno un retto giudizio: tenendo conto sia del proprio bene personale che di quello dei figli, tanto di quelli nati che di quelli che si prevede nasceranno; valutando le condizioni sia materiali che spirituali della loro epoca e del loro stato di vita; e, infine, tenendo conto del bene della comunità familiare, della società temporale e della Chiesa stessa. Questo giudizio in ultima analisi lo devono formulare, davanti a Dio, gli sposi stessi. Però nella loro linea di condotta i coniugi cristiani siano consapevoli che non possono procedere a loro arbitrio, ma devono sempre essere retti da una coscienza che sia con forme alla legge divina stessa; e siano docili al magistero della Chiesa, che interpreta in modo autentico quella legge alla luce del Vangelo.

Parte. 1/2

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49. L’amore coniugale II^parte

Dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo

GAUDIUM ET SPES

49. L’amore coniugale

Questo amore è espresso e sviluppato in maniera tutta particolare dall’esercizio degli atti che sono propri del matrimonio. Ne consegue che gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onesti e degni; compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente nella gioia e nella gratitudine gli sposi stessi. Quest’amore, ratificato da un impegno mutuo e soprattutto consacrato da un sacramento di Cristo, resta indissolubilmente fedele nella prospera e cattiva sorte, sul piano del corpo e dello spirito; di conseguenza esclude ogni adulterio e ogni divorzio. L’unità del matrimonio, confermata dal Signore, appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità personale che bisogna riconoscere sia all’uomo che alla donna nel mutuo e pieno amore.

Per tener fede costantemente agli impegni di questa vocazione cristiana si richiede una virtù fuori del comune; è per questo che i coniugi, resi forti dalla grazia per una vita santa, coltiveranno assiduamente la fermezza dell’amore, la grandezza d’animo, lo spirito di sacrificio e li domanderanno nella loro preghiera. Ma l’autentico amore coniugale godrà più alta stima e si formerà al riguardo una sana opinione pubblica, se i coniugi cristiani danno testimonianza di fedeltà e di armonia nell’amore come anche di sollecitudine nell’educazione dei figli, e se assumono la loro responsabilità nel necessario rinnovamento culturale, psicologico e sociale a favore del matrimonio e della famiglia.

I giovani siano adeguatamente istruiti, molto meglio se in seno alla propria famiglia, sulla dignità dell’amore coniugale, sulla sua funzione e le sue espressioni; così che, formati nella stima della castità, possano ad età conveniente passare da un onesto fidanzamento alle nozze.

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49. L’ amore coniugale

Dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo

GAUDIUM ET SPES

49. L’amore coniugale

I fidanzati sono ripetutamente invitati dalla parola di Dio a nutrire e potenziare il loro fidanzamento con un amore casto, e gli sposi la loro unione matrimoniale con un affetto senza incrinature (115).

Anche molti nostri contemporanei annettono un grande valore al vero amore tra marito e moglie, che si manifesta in espressioni diverse a seconda dei sani costumi dei popoli e dei tempi. Proprio perché atto eminentemente umano, essendo diretto da persona a persona con un sentimento che nasce dalla volontà, quell’amore abbraccia il bene di tutta la persona; perciò ha la possibilità di arricchire di particolare dignità le espressioni del corpo e della vita psichica e di nobilitarle come elementi e segni speciali dell’amicizia coniugale.

Il Signore si è degnato di sanare, perfezionare ed elevare questo amore con uno speciale dono di grazia e carità.

Un tale amore, unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi al libero e mutuo dono di se stessi, che si esprime mediante sentimenti e gesti di tenerezza e pervade tutta quanta la vita dei coniugi (116) anzi, diventa più perfetto e cresce proprio mediante il generoso suo esercizio. È ben superiore, perciò, alla pura attrattiva erotica che, egoisticamente coltivata, presto e miseramente svanisce.

Fine parte. 1/2

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L’amore di coppia e la vita in famiglia parlano della bellezza di Dio.

Dalla Lettera Pastorale 2024-25:

 “Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.”

#10_Pag.28 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)

L’amore di coppia e la vita in famiglia parlano della bellezza di Dio. La coppia oggi è messa a dura prova. Spesso entrambi, moglie e marito lavorano, hanno orari faticosi, tempi incalzanti. Lo stile frenetico della società rende difficile una vita di coppia tranquilla. È fondamentale che, prima di tutto, moglie e marito si prendano cura della propria armonia.

Quando arrivano i figli e la famiglia si allarga, le difficoltà e le gioie aumentano. La comunità cristiana deve tenere conto dei tempi e del desiderio di pace e riposo della famiglia. Gli orari della vita della comunità cristiana e delle celebrazioni vanno pensati con le famiglie.

Spesso la vita delle famiglie, dal lunedì al venerdì, è molto intensa;è difficile chiedere alle persone di uscire la sera, durante la settimana, in modo frequente; il sabato e la domenica sono al contrario giorni in cui più facilmente ci si può riunire.

Tutti siamo nati e viviamo all’interno di una famiglia: papà, mamma, nonni, figli, fratelli, sorelle, zii, cugini, nipoti, cognati, suoceri, nuore.

Gesù stesso è cresciuto sotto lo sguardo di san Giuseppe e della beata Vergine Maria. La famiglia è la prima  palestra in cui si impara ad amare il prossimo come se stessi. Il nucleo familiare è il luogo dove l’amore fiorisce e diventa fecondo. E i nonni sono un grande dono di Dio.

Poichè Dio è amore, nella famiglia c’è una particolare presenza di Dio, e quindi, contemporaneamente, l’opera divisiva del diavolo è più intensa. Lo Spirito di Gesù è presente nella nostra vita, sempre, come pure il nemico è sempre presente nella storia delle nostre famiglie, nelle piccole tentazioni quotidiane; a noi spetta riconoscere la presenza di Dio, assecondarla e raccontarla.

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Il vero amore…

“Il vero amore necessita di una purificazione ogni giorno.

E ogni giorno dobbiamo lucidare il nostro modo di amare.”

 

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