“Bisogna conoscere se stessi e prendere coscienza dei propri limiti: il vero sapere è il sapere di non sapere.”
(Socrate)

Questa settimana ho scelto il tema della consulenza e ne approfitto per confidarti che io adoro quella filosofica.

Sei pronto? Partiamo dal suo significato.

“La Consulenza è ciò che si cerca di fronte ad una incapacità, a un non saper fare, é l’ammissione pubblica di una debolezza, di una inadeguatezza.”

Ogni giorno, grazie ai Social, sto notando una grande attività di proposta di consulenza a tutti i livelli.

Noto con piacere come moltissimi giovani si stanno impegnando in questa professione per portare in giro per il mondo “il Sapere” e vorrei donare il mio contributo per una bella riflessione sul tema.

Personalmente, negli anni, ho investito molto in Consulenze ed è stato sempre meraviglioso perché mi ha fatto sviluppare tanta conoscenza su temi che mi incuriosivano e in quello che era importante per sviluppare la mia azienda, per decidere con consapevolezza.

Mi sono appassionato quando un giorno, in occasione anche delle mie ricerche, lessi un pensiero di Gadamer, un grande filosofo, che diceva:

“Chi vuol pensare deve interrogarsi”.
Bisogna essere in grado di seguire le nostre vicende mano a mano che si realizzano, con lo strumento principe della filosofia: l’interrogazione, il gesto con cui mettiamo sotto esame continuamente le nostre scelte, le nostre certezze, i nostri errori e il nostro disagio.

E lì mi si è aperto un mondo.

E sempre grazie alla mia voglia di ricerca, grazie alla Phronesis (Associazione italiana per la Consulenza Filosofica), sono stato illuminato da una loro sintesi sulle caratteristiche della consulenza filosofica:

  1. Ruota intorno a un vissuto problematico (questioni etiche, relazionali, esistenziali, decisioni complesse, dubbi, revisioni progettuali, scelte, cambiamenti ecc.ecc)
  2. Si articola in un percorso di chiarificazione esistenziale.
  3. Opera tramite la messa in questione interrogativa delle esperienze, dei vissuti, dei valori, delle visioni del mondo, delle forme di pensiero, delle ragioni così come emergono nel corso del dialogo.
  4. Riconduce il discorso ai suoi presupposti concetti, principi e valori in modo da far emergere la visione del mondo che costituisce elemento all’incoerenza ed incongruenze con il modo in cui viene condotta la vita.
  5. Si serve di tutto il patrimonio di riflessioni, argomentazioni, figurazioni, narrazioni proprie della tradizione filosofica.
  6. Rende possibili trasformazioni, precisazioni ed eventuali ampliamenti della visione del mondo del consultante:
  7. Attraverso procedimenti di narrazione, appropriazione, ridescrizione, creazione, scoperta.
  8. Proponendo percorsi creativi metaforici e immaginativi;
  9. Aprendo scenari e prospettando alternative.
  10. Si pone come obiettivo l’attivazione delle risorse di pensiero individuali che consentano al consultante di far fronte autonomamente alle problematiche della vita.

Il tutto si realizza in forma dialogica.
Un dialogo, uno scambio verbale tra due interlocutori, a carattere prevalentemente argomentativo, che richiede:

  • Lo sforzo di intendere le ragioni degli altri;
  • L’impegno per far sì che l’altro possa esprimersi in piena libertà nel rispetto dei propri interlocutori;
  • Il rifiuto di accettare alcun punto di vista per via di autorità;
  • La determinazione nel sottoporre a costante vaglio critico le argomentazioni proposte;
  • Un atteggiamento di ascolto critico ma non giudicante;
  • Il filosofo utilizza un linguaggio accessibile agli interlocutori per essere sicuro che il dialogo poggi costantemente su parole e concetti condivisi, o almeno negoziati nel loro significato e su quello che in generale può essere definito un linguaggio d’esperienza;
  • Pone gli interlocutori su un piano di parità e pari dignità, pur riconoscendo una diversità di ruolo;
  • È contraddistinta da un generale atteggiamento di franchezza reciproca;
  • Richiede l’adesione esplicita e consapevole da parte del consultante;
  • Non ha finalità di natura terapeutica.

Pertanto, La Consulenza Filosofica è un libero dialogo, significa che essa non si occupa di sistemi filosofici, non costruisce una filosofia, non somministra nessuna opinione filosofica, ma mette il pensiero in movimento.

Bellissimo vero?

Il mio suggerimento, che vorrei trasmettere a questi fantastici giovani, è che è fondamentale specializzarsi ed essere preparati nel settore di competenza, ma di non dimenticare mai il “metodo” fondamentale per essere eccellenti e per rendere felici i propri clienti:

“Affrontare qualsiasi incontro innanzitutto con la forma del pensare insieme.”

(Foto di copertina di Rachele Creati)