Essere inamovibili. Una parola che può evocare immagini di forza e stabilità.

Ma cosa significa veramente, nel profondo del nostro spirito, seguire questa chiamata?

Secondo gli insegnamenti di Gesù, chi lo segue ha i piedi ben piantati per terra ed è inamovibile. Questa non è solo una questione di resistenza alle difficoltà, ma una vera e propria condizione esistenziale, un modo di vivere radicato nell’amore, nella misericordia e nella comprensione.

Gesù ci insegna che l’essere umano deve vivere tra gli uomini, in mezzo alla società, convivere con gli altri vedendoli come fratelli e sorelle.

Questo principio di fratellanza non è solo un insegnamento religioso, ma un richiamo alla filantropia, alla compassione e all’unità. Guardare gli altri come nostri pari, indipendentemente dalle differenze, è il primo passo per essere inamovibili.

Non ci si può sradicare dalla realtà, non ci si può isolare dal mondo e dalle sue sfide: solo nella relazione con gli altri cresciamo e ci fortifichiamo.

Chi crede nel vero Dio, rivelato da Gesù, riconosce che, da un punto di vista umano, siamo tutti fratelli.

Ma da un punto di vista divino, siamo figli di Dio. Questo ci pone di fronte a una verità teologica profonda: abbiamo il dovere di amarci, di volerci bene e di esprimere l’amore incondizionato, proprio come un padre fa con i suoi figli. L’amore che ci viene richiesto non è solo un sentimento, ma un atto di volontà, un impegno continuo.

Come Dio è misericordioso con tutti, così ogni essere umano deve essere misericordioso nei confronti degli altri. L’essere inamovibili non significa essere inflessibili o rigidi, ma radicarsi in una forza che sa anche piegarsi per accogliere, comprendere e perdonare. La misericordia è la chiave per vivere relazioni sane, per rispettare la genialità e l’unicità di ogni individuo.

Dio rispetta la genialità di ogni essere umano, perché ciascuno è unico e irripetibile. 

Essere inamovibili non significa chiudersi alle idee o alle diversità degli altri, ma al contrario, accogliere e rispettare questa genialità. La vera forza risiede nella capacità di vedere negli altri un riflesso di noi stessi, una creatura degna di rispetto e comprensione. Ogni essere umano porta con sé un contributo al bene personale e collettivo.

Essere inamovibili significa rimanere saldi nei valori dell’amore e della comprensione, evitando ogni forma di fondamentalismo, sia filosofico che teologico. Il rischio di creare un Cristo o un Dio su misura, secondo le proprie convinzioni e pregiudizi, è un errore che distorce la verità dell’amore universale. Il denominatore comune deve essere l’“Agàpe”, l’amore puro e incondizionato che trascende ogni differenza e giudizio.

Essere inamovibili, dunque, non significa restare rigidi nelle proprie posizioni, ma essere radicati nell’amore, nella misericordia e nel rispetto degli altri. Significa mantenere uno spirito aperto, accogliente e compassionevole, capace di abbracciare l’unicità di ciascuno.

L’essere inamovibili non è un atto di forza egoistica, ma la capacità di rimanere saldi nella verità dell’amore divino, che ci spinge a costruire un mondo più giusto, fraterno e aperto al bene di tutti.

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