Albert Einstein disse:
“Tutto è ENERGIA e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati sulla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà.
NON C’È ALTRA VIA
Questa non é filosofia, questa è fisica.”
Oggi vorrei dedicare il mio articolo al mio grande Maestro e Amico Isidoro Bonarrigo al quale devo tantissimo per avermi illuminato nel 2009 su come poter continuare a sviluppare il mio percorso di vita personale e aziendale guardando sempre al futuro, partendo anzitutto dall’approfondimento sul tema dell’Etica.
Essendo curioso e, soprattutto, amante della “conoscenza”, era tra i professionisti che seguivo con più attenzione. Già 20 anni fa era uno di quelli avanti nel suo settore e finalmente nel 2009, grazie al mio Caro Tommaso, oggi mio stupendo socio, ci siamo conosciuti e da allora ci siamo fortemente uniti in un’amicizia profonda che ci ha portato oggi a collaborare per aiutare le persone a sviluppare il proprio potenziale e la propria azienda.
Isidoro ha scritto un libro dal titolo “Organizzare per creare” e per me è stato uno dei libri piu belli tra i molteplici letti perché Isidoro è riuscito, grazie alle sue esperienze e grazie ai sui molteplici studi, a unire temi di fondamentale importanza per la felicità di ognuno di noi, ribadisco sia personale e sia a livello lavorativo.

Questo libro non è ancora in vendita su Amazon, ma se fossi interessato scrivimi a massimo@creati.it e Ti suggerirò come comprarlo ed avere direttamente a casa tua.
Ho voluto scrivere la prefazione testuale del libro di Isidoro nel mio articolo di oggi, perché sin dalla prefazione si intuisce che c’è qualcosa di profondo e di importante che lui ha voluto trasmettere per il bene del lettore, ma soprattutto per il bene di tutti e confido che possa essere di ispirazione anche per te, sempre se hai voglia di cambiare e di migliorare con la speranza di trasmetterlo ai tuoi figli, ai tuoi nipoti o ai tuoi collaboratori più cari o ad amici cari alla quale tieni fortemente.
Inizia così:
Ci sono persone che per avere successo si inventano, letteralmente, un mestiere; altri, invece, che possono scegliere liberamente quali studi intraprendere per realizzare una carriera di successo; ma ci sono anche quelli che nascono in contesti familiari dove è già presente una realtà imprenditoriale e che, quasi fosse scontato, sentono il dovere morale di continuare quell’attività, soprattutto per ripagare gli immensi sacrifici dei genitori che l’hanno avviata.
In quest’ultimo caso, spesso si corre il rischio che la persona operi una scelta obbligata e tutt’altro che libera.
Questo è quello che è successo a me, lavorando sin da ragazzo nell’attività di famiglia, ritrovandomi a lavorare in un’azienda e in un settore che non avevo scelto consapevolmente, anche per ragioni di età. Probabilmente, analizzando la mia vita a posteriori, è stata una scelta non del tutto ponderata e rischiosa per alcuni aspetti, primo fra tutti la possibilità che un ragazzo così giovane, quale ero io all’epoca, si stancasse presto e non si appassionasse a quel tipo di lavoro.
In realtà, facendo una sincera autoanalisi, riconosco che a me il mestiere il comparto sono piaciuti sin dal primo momento e piacciono tantissimo. Non penso sia stata solo fortuna, perché io sento di essermi cucito addosso quel lavoro giorno dopo giorno.
Nel senso che ho sempre guardato i successi della mia attività lavorativa in modo positivamente critico: l’ho trasformata, l’ho rivoluzionata fino a quando non mi ha dato grandi soddisfazioni professionali ed è diventata appagante e anche divertente.
Insomma ho reso profondamente Mia l’attività in cui sono stato catapultato, inventando e reinventando realtà differenti da quelle che il settore avrebbe potuto impormi. Oggi però le cose sono differenti, il settore cambiato, anzi è davvero cambiato il mondo e sta continuando a cambiare ad una velocità tale che anche imprenditori di successo, molto più attenti ed evoluti del sottoscritto, hanno cominciato ad avere le idee un po’ confuse.
Molte delle mie sicurezze cominciano ad essere messe in discussione, molte attività che prima potevano essere svolte in un modo, adesso andrebbero riviste totalmente, e molte persone, un tempo produttive e competenti, adesso sembrano essere inadeguate. Ciò che sapevano fare, e ciò che era loro sufficiente per avere successo, sembra averli trasformati addirittura in un freno per i cambiamenti più necessari per restare al passo con i tempi, come se si fossero trovati d’improvviso in un mondo in cui non appartengono più.
Le evoluzioni tecnologiche e il conseguente mutamento del mercato ci stanno portando la necessità di innovare e inventare ogni giorno prodotti nuovi, ma anche nuovi procedimenti produttivi, nuovi sistemi di vendita, esplorare nuovi mercati, insomma creare, creare e ancora creare. Ma per continuare a creare, senza rischiare di “creare confusione” (mi si perdoni il gioco di parole), un’impresa, per essere produttiva e redditizia deve essere organizzata in maniera efficace e moderna, perché non si può creare niente di buono in un ambiente disorganizzato.
Se dunque i cambiamenti non ci fanno paura, una buona organizzazione deve rendere anche la velocità del cambiamento una reale opportunità, per un futuro più stabile di espansione economica e di ricchezza. La condizione è che questa organizzazione venga applicata a tutte le aree del comparto. Nei prossimi capitoli cercherò di analizzare e di esaminare, insieme ai miei lettori, quali siano i nemici dell’organizzazione, cercherò di individuare le tecniche giuste per innestare una cultura organizzativa moderna per avere un ambiente totalmente “creativo”. Alcuni argomenti verranno ripresi in più capitoli, ma è una scelta voluta, necessari alla chiarezza. Al fine di evitare errate comprensioni dei significati dei termini, in nota ho inserito le definizioni astratte dei vari vocabolari tecnici specifici.
Caro lettore che sta iniziando a leggere questo libro, e hai deciso di acquisire uno strumento che potrebbe aiutarti a capire il cambiamento che è in atto, cambiamento che talvolta ci appare come un’auto in corsa che ci sta travolgendo, ti suggerisco di leggere attentamente i capitoli che seguono, e di non tralasciare una parola mal compresa, ad evitare di fraintendere di perdere tempo, pur avendo letto il libro, che diventerebbe così una fatica sprecata. Invece tu, caro lettore che stai leggendo questo libro solo per forma, o per far contento il tuo capo, fermati! Non perdere altro tempo, tanto tu credi di sapere tutto quello che è necessario per sopravvivere in questo nuovo mondo, anche se, stranamente, lo riconosci sempre meno, ed esso ti appare ostile, oppure indifferente, e hai sempre più spesso la sensazione che esso non ti appartenga. Ma se sai tutto quello che c’è da sapere, non continuare a leggere, perderai solo tempo. Solo se hai la disponibilità di mettere in discussione tutto quello che oggi si fa, e sei alla ricerca della conoscenza, può darsi che le pagine che seguono potranno esserti realmente utili, almeno per prendere decisioni importanti senza dare la colpa gli altri (alla nazione, ai dipendenti ecc.ecc.)
Dobbiamo solo riconoscere e assumerci la responsabilità della guida della “Macchina azienda” …. Ma se per guidare una semplice vettura ci vuole la patente e per ottenerla dobbiamo studiare, superare degli esami e fare pratica, si può comprendere che per creare e organizzare un’azienda ci voglia a maggior motivo tanto studio. I nostri “esami” superati saranno i risultati che riusciremo a produrre. E se tante volte la strada potrà essere liscia, visibile e pianeggiante, capiterà inevitabilmente di trovare strade difficili, disastrate, nebbiose in salita. Tu sei sempre il solo pilota, e i risultati o i disastri saranno delle tue mani; d’altra parte non si può più pensare di guidare una “ Macchina azienda” e non assumersi nessuna responsabilità. Attenzione però, assumersi la responsabilità non significa darsi sempre tutte le colpe; si tratta piuttosto di cercare costantemente le risposte, la conoscenza necessaria, fino a quando si avranno le risposte, anche se queste fossero dure da accettare.
Vi accorgerete che ci sarete sempre voi al centro delle risposte. Vi accorgerete che il soggetto dei ragionamenti sarà quasi sempre l’IO, tipo: che cosa posso fare IO per cambiare la situazione?, Che cosa posso fare IO per risolvere il problema? Che cosa ho fatto IO per avere creato il problema?
Ricordati, “IL PASSATO NON SI PUO’ CAMBIARE. L’UNICA COSA CHE POSSIAMO CAMBIARE È IL FUTURO”.