Oggi esploriamo insieme una parola densa di significato e spesso fraintesa: “diabolico”.
L’etimologia di “diabolico” risale al greco diábolos, composto da diá (attraverso) e bállō (gettare, dividere).
Diversamente da quanto si pensi, l’idea non è tanto quella di “lanciare” qualcosa quanto di “separare” o “ostacolare”. In questa separazione troviamo la vera essenza del diabolico: ciò che rompe, divide, distorce.
Nella tradizione spirituale, il diabolico è visto come una forza che spezza l’unità, che introduce caos, discordia e disarmonia. È ciò che devia e frammenta il nostro percorso verso la completezza, insinuando conflitti e separazioni che ostacolano la connessione tra persone, idee e valori. In questa prospettiva, il diabolico non è soltanto un concetto astratto, ma una dinamica interiore e sociale che distoglie dall’armonia.
Il diabolico può assumere diverse sfumature. Nella sua accezione più oscura e temibile, esso è associato al “male” nella sua forma più crudele e devastante, spesso rappresentato come origine e agente della corruzione e della rovina spirituale.
Pensieri e atti diabolici, in questo senso, riflettono la peggiore crudeltà umana, poiché ai pensieri seguono inevitabilmente le azioni. È qui che il diabolico diventa distruttivo, quando si concretizza in atteggiamenti e comportamenti che minano ogni possibilità di riconciliazione e amore.
Ma il termine “diabolico” ha anche un’accezione più sfumata: quella di intelligenza sofisticata, astuta, quasi fuori dal comune.
Quando diciamo di qualcuno che ha una “mente diabolica”, riconosciamo una capacità straordinaria di pensiero strategico e un’intelligenza raffinata, spesso utilizzata in modi controversi. È un’intuizione che cattura un’intelligenza affilata, non necessariamente malvagia, ma comunque manipolatrice.
Questa doppia interpretazione del diabolico ci ricorda di essere vigili, distinguendo tra intelligenza sofisticata e intenzioni malvagie.
Prima di concludere Ti porgo con estrema delicatezza un invito alla riflessione:
“Quante volte, senza rendercene conto, alimentiamo questa divisione dentro di noi e intorno a noi?”
Incertezze, giudizi, rabbia o paura sono tutte forme in cui il “diabolico” si insinua, trascinandoci in una frammentazione interiore che si riflette anche nei rapporti con gli altri. La sfida allora diventa riconoscere questi momenti e provare a riportare unità e pace.
Oggi, prendi un momento per individuare dove nella tua vita si nasconde questa “divisione” e immagina come puoi riconnettere ciò che è separato.
Nell’armonia ritrovata si cela forse il più grande antidoto al “diabolico”.
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