Hai mai guardato le stelle in una notte limpida e sentito, per un attimo, di appartenere a qualcosa di più grande? Quella sensazione che ti spinge a cercare, a sognare, a desiderare? Il desiderio non è solo un pensiero o una necessità. È come un filo luminoso che ti connette all’infinito. Ma ti sei mai chiesto cosa davvero significhi desiderare?
La parola desiderio ha radici profonde. Deriva dal latino desiderium, composto da de- e sidera, cioè “stelle”. Ma il significato del prefisso de- è tutt’altro che semplice. Può indicare privazione, come in “allontanarsi dalle stelle”, ma anche origine e appartenenza, come in Deum de Deo (“Dio da Dio”).
Riflettendo su questa doppia possibilità, il desiderio assume un significato più ricco: non è solo mancanza, ma anche richiamo. Quando desideriamo, non ci stiamo allontanando da qualcosa; piuttosto, ci stiamo avvicinando a ciò che riconosciamo come parte di noi, come un eco delle stelle che sono il nostro punto di origine. È un moto verso l’alto, un ricordare chi siamo veramente.
Il desiderio non è quindi un vuoto da colmare, ma una bussola che ci orienta verso ciò che conta davvero. Non è il frutto di una privazione, ma il riflesso della nostra connessione con l’universo. Siamo figli delle stelle, e il desiderio ci ricorda quella luce primordiale che ci abita.
Ora fermati un attimo. Quando pensi ai tuoi desideri, senti una mancanza o percepisci un richiamo? Il desiderio che guida le tue scelte oggi ti avvicina a chi sei davvero o risponde a una aspettativa esterna?
Immagina che i tuoi desideri siano stelle: quali risplendono di più per te? Quali ti spingono a guardare oltre e quali, invece, ti riportano a casa? Riconoscere i tuoi desideri autentici è un atto di amore per te stesso e per il mondo.
E tu, da dove senti che arriva il tuo desiderio? È qualcosa che ti manca o qualcosa che già brilla dentro di te?
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