Ognuno di noi, in cuor suo, ha fatto un voto di obbedienza.
Da questo voto di obbedienza nascono le nostre azioni e le nostre parole; è di vitale importanza svelare a noi stessi il contenuto di questo voto di obbedienza, sciogliere il segreto sulla frase intima che ci accompagna, prima di tutte le parole e le azioni.
Dare alla luce il Sogno.
(Luciana Landolfi)

Siamo alla fine di questo straordinario anno e con il mio post di oggi voglio dedicare anche a te questa meravigliosa poesia della mia “SUPERVIVENTE AMICA” Luciana Landolfi, sono certo possa ispirarti a dare luce anche al tuo sogno.

Personalmente ne ho tanti, ma quello che da sempre mi affascina è quello di vedere nascere una nuova classe di Leader che possano contribuire a creare benessere sociale felice.

E’un bel sogno e, sono certo che si avverrà perché è una ricetta semplice, sicuramente impegnativa, ma che può donare una gioia immensa a tante persone.

Per questo motivo amo scrivere ed approfondire sempre sul tema della leadership.

Secondo Gaston Bachelard, un filosofo francese, che si è occupato della poetica dello spazio, del sogno, dell’aria e del fuoco, l’uomo appartiene più alle immagini che alle idee.

Quante volte da bambini abbiamo disegnato e, ce ne saranno almeno tantissimi, che raffigurano case. Con il camino o senza, con le finestre o con il balcone, con il tetto piatto a punta.
Nei suoi studi sulla poesia, Bachelard si occupò proprio delle case. Lui voleva capire in che modo la poesia ci fa fantasticare e perché a volte le parole del poeta ci sembrano così nostre che potremmo averle scritte noi. Com’è possibile, se io e il poeta nemmeno ci conosciamo? Il punto per Bachelard è che esistono spazi nell’immaginazione che appartengono a tutti e che toccano il nostro cuore. La Casa è uno di questi. Così quando il poeta offre l’immagine di una casa, ecco che ciascuno di noi vede la propria, quella in cui è nato, e non quella del poeta. Succede perché la nostra casa è il primo universo che abbiamo abitato.

La casa è il rifugio che ci protegge dalle intemperie, è il nido che custodisce i nostri pensieri.

Dentro ci sono scale che scendono nel buio della cantina e altre che salgono nella penombra della soffitta. Ci sono il soggiorno, la tua camera, i tuoi angoli preferiti, armadi e cassetti in cui tieni le cose che non vuoi mostrare a tutti. Là fuori c’è il mondo, che vedi dalla finestra. E forse dentro di noi siamo come le case: abbiamo scale, cassetti segreti e anche la porta. Chissà se la teniamo chiusa o aperta. Il poeta, dice Bachelard, la tiene sempre socchiusa. Magari è per questo che leggendo una poesia ci sentiamo un po’ a casa?

Morale della favola, quante volte ci siamo accorti che anche una meravigliosa casa può essere il nostro posto di lavoro? Quel posto dove trascorriamo straordinarie ore della nostra vita?

Dal mio punto di vista è possibile rendere questo luogo un posto meraviglioso, ci vuole un’altra grande ricetta, che è quella di portare tutto l’amore di cui sei capace in questo posto e in quello che fai.

Charles Pèguy, scrittore, poeta e saggista francese scrisse una magica poesia sul lavoro:

Il Lavoro come espressione della persona, espressione di una civiltà:

“Un tempo gli operai erano servi.
Lavoravano.

Coltivavano un onore, assoluto, come si
addice a un onore.

La gamba di una sedia doveva essere ben
fatta.

Era naturale, era inteso. Era un primato.

Non occorreva che fosse ben fatta per il
salario o in modo proporzionale al salario.

Non doveva essere ben fatta per il padrone
nè per gli intenditori né per i clienti del
padrone.

Doveva essere ben fatta per sé, in sé, nella
sua stessa natura.

Esigevano che quella gamba fosse ben fatta.

E ogni parte della sedia che non si vedeva
era lavorata con la medesima perfezione
delle parti che si vedevano.

Secondo lo stesso principio con cui costruivano le cattedrali.”

(Charles Pèguy)

Bellissima vero? “Il Lavoro come espressione della persona, espressione di una civiltà.

A questa straordinaria poesia vorrei aggiungere il mio pensiero:
Sono consapevole che per le persone l’unica possibilità di reale soddisfazione nel lavoro è che l’azione sia utile, che possa sentire il proprio contributo come necessario: comprendere l’utilità di ciò che si fa è necessario per l’azienda e per la singola persona.

A questo va aggiunta una grosse dose di responsabilità, che è il secondo passaggio sul quale si vede la caratura dell’umano che c’è in ognuno.

Ma soprattutto la responsabilità in primis è del Leader.

Cito di seguito un esempio importante.

Immagina quale risultato meraviglioso si può ottenere solo dicendo le parole giuste nel giusto ordine:

Un conto è dire a una persona “dammi otto ore del tuo tempo nel quale dovrei lavorare per me” , un’altro è dire:
“Abbiamo un obiettivo comune da raggiungere, porta tutto il contributo di cui sei capace”.

Nel primo caso uno spera che le 8 ore passino alla svelta per poter poi fare ciò che gli interessa, nel secondo caso viene messo in gioco personalmente e le ore di lavoro prendono valore.

“Portare tutto il contributo di cui sei capace” significa comprendere che con il suo lavoro partecipa a una realtà più grande.

E’ mia convinzione, se vuoi essere un buon Leader che vuole creare benessere sociale felice, di fare in modo che ognuno abbia coscienza dell’utilità di ciò che fa. Sottolinea sempre che non esistono mansioni più o meno utili: tutte sono necessarie.
Un’azione in azienda o è utile o è inutile, non può essere più o meno utile: o costruisce o distrugge, o a fare un passo avanti oppure indietro.

Anche chi risponde al centralino fa passare un’immagine dell’azienda diversa, a seconda che risponda solo perché deve portare a casa lo stipendio a fine mese o piuttosto con la coscienza che attraverso la sua risposta passa la prima importante possibilità di apprezzamento dell’azienda da parte di chi telefona.

In qualsiasi impresa si costruisce qualcosa e ogni particolare è necessario per il suo funzionamento, deve essere curato come se fosse l’unico.
È necessario che questo sia compreso da chi lavora, perché l’affidabilità di un’azienda dipende dall’accuratezza con cui ognuno ha svolto il suo lavoro.

Un’Azienda funziona se ha uomini motivati che la portano avanti che hanno la voglia di sviluppare un lavoro ben fatto.

Ti auguro un buon 2020 pieno di Bellezza, Forza e Meraviglia.

 

Massimo Creati Canale Telegram

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