Etimologia: La parola comprensione deriva dal latino comprehendere, formato da cum- (insieme) e prehendere (afferrare). Significa letteralmente “afferrare insieme”, abbracciare in un unico gesto ciò che si trova davanti a noi.

Hai mai guardato negli occhi di qualcuno e sentito di capirlo profondamente, senza bisogno di parole? La comprensione è un ponte invisibile che collega due anime, un gesto silenzioso che parla di accoglienza e connessione.

Comprendere non è solo un atto intellettuale, ma un’apertura del cuore. È accettare la complessità dell’altro e riconoscere le sue fragilità, sapendo che anche noi ne abbiamo. Nella prospettiva evangelica, la comprensione è un invito a vivere l’amore per il prossimo, accogliendo con dolcezza le differenze e gli errori. Come disse Ratzinger, “Dio non è un problema da risolvere, ma una Persona da incontrare”. E la comprensione è proprio questo: un incontro che abbraccia, un atto che unisce.


La comprensione nasce sempre dal dialogo, perché è solo attraverso il dialogo che possiamo scoprire noi stessi e gli altri. Nel confronto autentico, emergono le nostre fragilità, difficoltà, pregi e difetti. Comprendere qualcuno non significa giudicarlo per ciò che ha sbagliato, ma riconoscere che anche noi, a nostra volta, abbiamo commesso errori.

Il vero significato della comprensione può essere ritrovato in un’immagine evocativa delle Scritture: come Dio protegge i pulcini sotto le sue ali, così ciascuno di noi può offrire all’altro un riparo, un luogo di sicurezza. E questo atto, questa reciproca protezione, genera un legame di umanità e pace.

Per esercitare la comprensione oggi, inizia ascoltando.

  • Ascolta senza interrompere.
  • Osserva senza giudicare.

Ogni gesto di comprensione è un seme di pace, e ogni atto di dialogo è un’opportunità per avvicinarsi all’altro. Ma ricorda: comprendere qualcuno richiede anche impegno. Devi avere di fronte un’altra persona, guardarla, conoscerla. Solo approfondendo il legame con l’altro puoi costruire una vera comprensione.


Comprensione significa “prendersi cura”, non presentandosi all’altro come un giudice, ma come un compagno di viaggio. È riconoscere che entrambi, sotto le nostre “ali”, possiamo accogliere l’altro e costruire insieme uno spazio sicuro.

In fondo, la comprensione è fondamentale perché è una chiave di umanità. Ed è, soprattutto, una scelta.

 

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