Dal Vangelo secondo Matteo 9, 9-13
“In quel tempo, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».”

Dopo quattro anni dalla mia conversione, ho riflettuto a lungo sul significato del messaggio di Gesù nel Vangelo.

Ho ascoltato numerose omelie e catechesi, ma spesso mi sono sentito confuso dalle interpretazioni fornite dai sacerdoti.

Per questo motivo, ho deciso di approfondire personalmente il significato di questo passo fondamentale del Vangelo.

La domanda che mi sono posto più volte è:
“Chi sono veramente i peccatori?”

Attraverso discernimenti e approfondimenti personali, sono arrivato a una conclusione che desidero condividere anche con te, che stai leggendo la mia riflessione.

I peccatori, secondo me, sono coloro che sbagliano.

Questo significa che, in qualche modo, tutti noi siamo peccatori perché tutti, in vari momenti della nostra vita, commettiamo errori. Questi errori possono riguardare molti aspetti della nostra esistenza: dall’educazione dei figli alla gestione di un’azienda, fino al modo in cui interagiamo con gli altri.

È importante notare che il termine “peccato” non si riferisce necessariamente a un atto malvagio intenzionale. La parola greca “hamartia”, che significa “errore” o “fallimento”, risale alle antiche tragedie greche e descrive qualcuno che manca il bersaglio. Questo concetto implica che chi sbaglia non è intrinsecamente cattivo, ma piuttosto umano e fallibile.

Gesù ci insegna che Dio desidera correggerci e guidarci, non condannarci. Il Signore ci offre la Sua misericordia per aiutarci a migliorare e a crescere. Tuttavia, ci sono azioni, come l’omicidio o la calunnia, che non possono essere giustificate come semplici errori. Dio non vuole che compiamo tali atti malvagi, ma rispetta il nostro libero arbitrio.

In questo contesto, il nostro compito non è quello di giustificare o solidarizzare con chi compie azioni malvagie, ma di pregare per la loro conversione. La preghiera è uno strumento potente che può portare alla redenzione e alla trasformazione di coloro che hanno commesso errori gravi.

Il messaggio di Gesù è chiaro: Egli è venuto per chiamare i peccatori, non per condannarli, ma per offrire loro una possibilità di redenzione.

In un mondo pieno di confusioni e interpretazioni errate, è fondamentale tornare alla semplicità del Vangelo e accogliere la misericordia divina con cuore aperto. Gesù ci invita a riconoscere i nostri errori e a cercare costantemente di migliorare, accettando la Sua guida amorevole.

Spero che questa riflessione possa aiutare a chiarire il messaggio di Gesù e a trovare conforto nella Sua infinita misericordia.

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