Ho riflettuto su una parola che, in un mondo sempre più connesso ma spesso anche confuso, racchiude una forza profonda e semplice: “collaborazione”.

La parola stessa viene dal latino collaboratio, unione di cum (insieme) e laborare (lavorare).

Collaborare significa quindi lavorare insieme, ma con un’intenzione che va oltre il semplice fare qualcosa in gruppo: è un atto che richiede apertura mentale, giudizio, e una predisposizione sincera verso gli altri.

La collaborazione è, forse, la nostra più grande forza come esseri umani.

Quando collaboriamo, accettiamo implicitamente di mettere in comune idee, capacità, energie; ci affidiamo all’altro e scegliamo di costruire insieme, con criterio e attenzione. È qui che avviene la vera magia: dove io vedo solo una parte, l’altro aggiunge la propria prospettiva, e così facendo si creano visioni più ampie, soluzioni che nessuno di noi, da solo, avrebbe immaginato.

In una società che spesso premia il successo individuale, ricordare il valore della collaborazione è un invito a riscoprire la bellezza e la potenza di un “noi” autentico, fatto di fiducia e condivisione.

Sebastiano Zanolli in una sua preziosa news letters dice:

“Il tema della collaborazione umana è un universo che più lo studi più si ingrandisce, più lo approfondisci e più comprendi che la nostra grande ( e forse unica vera) forza come specie è progettare e costruire assieme con giudizio, criterio e apertura mentale.”

La collaborazione non solo crea valore; è anche un esercizio di umiltà e ascolto, strumenti essenziali per arricchirci e crescere come persone.

Riflettiamo, allora, sul potere di collaborare, e chiediamoci: cosa potrei fare oggi, in modo collaborativo, che da solo non riuscirei a realizzare?

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