Dalla Lettera Pastorale 2024-25:
“Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.”
#24_Pag.68-69 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)
Gli ambienti di vita
La prima forma di prossimità la si vive nella coppia, in famiglia con i figli, tre fratelli, con i parenti più stretti ma anche con gli zii, cugini, nonni.
La prossimità nella coppia è fondamentale. Tutte le sere le coppie potrebbero ritrovarsi per una preghiera insieme, per purificare la giornata dalle incomprensioni, dalla poca gioia, dalle scorie di egoismo, dalla presenza del maligno.
La sera è un tempo favorevole per un breve esame di coscienza, per ringraziare delle cose belle vissute e chiedere perdono degli errori commessi.
Un’altra forma di prossimità da coltivare è quella tra famiglie che si conoscono, che si frequentano e si aiutano. L’amicizia tra famiglie è davvero bella. L’umanità è, in fondo, un’unica grande famiglia è la chiesa è una famiglia di famiglie.
Una terza forma di prossimità è quella con i colleghi di lavoro, in ufficio, in ospedale, scuola, in fabbrica e in negozio. Questa vicinanza è molto importante, è uno spazio missionario decisivo.
La prossimità più urgente è quella con chi soffre, con chi vive situazioni di difficoltà. I malati, talvolta invisibili perché obbligati a vivere in casa, le persone sole, giovani e adulti, gli anziani, chi si trova in povertà economica, i carcerati, gli stranieri devono essere al primo posto nel nostro cuore.
Il loro Gesù vive diventa un maestro di vita. Tutti abbiamo attraversato momenti di difficoltà e sappiamo quanto sia importante essere guardati, curati e accompagnati.
Le moderne tecnologie ci permettono di sentirci vicini anche quando i contatti personali, una carezza, un abbraccio, preghiera fatta insieme, sono difficili.
Aiutare chi soffre dona senso alla nostra vita e a quello altrui.
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