Questa settimana ci sono due date da ricordare, Lunedì 19 marzo che era la festa del Papà. La seconda è quella di domani Domenica 25 marzo, sarà la Giornata Mondiale della Gioventù del 2018 che rappresenta un passo avanti nel cammino di preparazione di quella internazionale, che avrà luogo a Panama nel gennaio 2019.
Come da mia consuetudine, ogni anno porgo i miei auguri con un messaggio o con una telefonata a tantissimi amici Papà e nel contempo, leggo anche tanti pensieri bellissimi sul nostro eroe.
Quest’anno mi ha fatto emozionare una stupenda lettera inviata da una ragazza al suo papà ed oggi vorrei avere il piacere di condividerla anche con te.
Di seguito il testo:
Spesso diamo per scontato che voi ci siate, che vi prendiate cura di noi, che ci amiate. Diamo per scontato il vostro amore, ma non perché non sia importante per noi figli, ma perché siamo sicuri di voi, della vostra presenza nella nostra vita. Pensiamo: “Ma loro sono mamma e papà, è giusto che sia così”.
Erroneamente pensiamo che sia tutto dovuto e non pronunciamo mai quelle semplici sei lettere che racchiudono quella bellissima parola che è “grazie”.
Oggi che sono cresciuta, sono consapevole di quanto sia bello essere ripagati dei sacrifici che si fanno, quanto una semplice parola può migliorarti la giornata e che l’amore più sincero è quello della propria famiglia formata da un numero piccolissimo, che si conta con le dita della mano, ma che può darti un amore così unico che ti nutre per una vita intera.
Oggi ne approfitto per dirti quel “grazie” che dovrei dirti ogni giorno. Grazie perché sei come sei, un papà che ha saputo e sa amarmi tanto, malgrado la vita ci abbia riservato una strada piena di buche.
Pur non vivendo sotto lo stesso tetto, mi hai trasmesso i tuoi valori: L’essere pazienti ed educati con chi magari non ha avuto la fortuna di ricevere la stessa educazione, mi hai trasmesso la gentilezza, l’altruismo per chi ci circonda, l’essere fieri di chi siamo camminando sempre a testa alta, il sacrificarsi per gli altri perché tutto viene ripagato. Mi hai insegnato a non avere alcuna vergogna di piangere davanti agli altri, a emozionarmi per le piccole cose, ad amare la fotografia e immortalare le cose belle. Grazie, perché grazie a te e alla mamma, sono la ragazza che sono, avendo l’amore di due genitori che seppur ai poli opposti, avete entrambi un cuore immenso. Avete donato a me e a mia sorella, momenti di vita che custodiremo per sempre. Anche a chilometri di distanza mi dai sempre una grande forza, tu che già dal tono di voce capisci che la giornata non va così bene e con il tuo modo dolce è come se fossi qui con me a darmi un abbraccio, quell’abbraccio tutto nostro, sentimentali e romantici quali siamo.
Grazie, sei parte di me.
Ti amo tanto papi, Buona festa del papà dalla tua “seconda”.
Confido che questa lettera Ti sia piaciuta e che per un attimo Ti abbia trasmesso un po’ di calore nel cuore.
Come dice Papa Francesco nel suo ultimo libro-intervista “Dio è Giovane”: “i giovani sono profeti con le ali e sanno guardare più avanti”.
Non dobbiamo però mai dimenticare che il loro futuro dipenderà da noi adulti e dal buon esempio che bisogna dare (come dice un mio grande amico di nome Ugo Pecoraro di Salerno) e dal dialogo che avremo con loro.
Papa Francesco dice che per capire un giovane oggi devi capirlo in movimento, non puoi stare fermo e pretendere di trovarti sulla sua lunghezza d’onda.
Se vogliamo dialogare con un giovane dobbiamo essere mobili, e allora sarà lui a rallentare per ascoltarci, sarà lui a decidere di farlo. E quando rallenterà comincerà un altro movimento: “un moto in cui il giovane comincerà a stare al passo più lentamente per farsi ascoltare e gli anziani accelereranno per trovare il punto d’incontro”. Si sforzeranno entrambi: i giovani ad andare più piano e i vecchi ad andare più veloci. Questo potrebbe segnare il progresso.
Come genitori, come famiglie, come Leader d’azienda, una delle prime cose a cui pensare sono gli scenari dove radicarci, dove generare legami, dove far crescere quella rete vitale che ci permetta di sentirci a casa.
W i giovani e W gli anziani.