Viviamo in un’epoca frenetica, in cui le persone si muovono come automi, incollate agli schermi, prive di consapevolezza sul vero scopo della loro esistenza. La Treccani li definisce “smombies”, esseri umani zombificati dalla tecnologia, intrappolati tra social, call infiniti e notifiche che consumano ogni attimo di coscienza. Ma tu, proprio tu che stai leggendo, hai un dono. Hai una virtù unica che può illuminare il mondo. La domanda è: la stai usando nel modo giusto? O peggio ancora, la stai sprecando?

Cambiare direzione è un diritto sacrosanto di ogni essere umano. Tuttavia, la trasformazione autentica non può essere impulsiva: serve discernimento, preparazione, studio. È necessario comprendere che ogni cambiamento porta con sé una grande responsabilità.

Voglio raccontarti una storia personale. Qualche giorno fa ho scritto una lettera a un amico. Un grande chef, un uomo di talento straordinario. La nostra conversazione mi ha fatto riflettere profondamente e sento che il messaggio di quella lettera può essere utile a molti. Per questo ho deciso di condividerla anche con te.

Di seguito troverai la lettera integrale, scritta con il cuore, che incarna perfettamente questa riflessione. Leggila con attenzione. Ti aiuterà a capire perché ogni passo va compiuto con coscienza, scienza, consapevolezza, umiltà e amore.

Lettera ad un caro Amico

Mio amato …

ho atteso qualche giorno prima di scriverti, perché volevo farlo con il cuore e con la giusta profondità. Oggi ti scrivo per chiederti scusa, sinceramente e dal profondo dell’anima.

Ti chiedo scusa per il modo in cui ho interrotto l’appuntamento per il nostro incontro e per la mia risposta forse troppo dura. Sappi che non era mia intenzione ferirti. È solo che, nel sentire che il nostro incontro non sarebbe stato quello che immaginavo—un momento fraterno, di condivisione sincera, di ascolto e crescita reciproca—il mio cuore ha provato un senso di smarrimento.

La mia mente si è chiusa nella sofferenza perché per me tu sei molto più di un amico: sei un Maestro, un artista, un uomo capace di toccare l’anima delle persone attraverso la tua cucina e la tua passione. Quando ho sentito che avevi cambiato vita, che volevi propormi un’opportunità finanziaria e che non eri preparato per un dialogo aperto tra noi due e volevi venire a trovarmi con un’altra persona, ho sentito il peso di una distanza che non volevo. Non è stato un rifiuto nei tuoi confronti, ma un moto istintivo della mia anima che ha visto dissolversi, in un istante, l’incontro che tanto desideravo.

Comprendo che la mia reazione possa averti fatto male, e per questo ti chiedo di perdonarmi. Non era mia intenzione sminuire le tue scelte o il tuo nuovo cammino. Rispetto profondamente la tua libertà e le tue decisioni, e ti auguro il meglio in ogni cosa che intraprenderai.

Tuttavia, voglio anche dirti una cosa che viene dal cuore: il mondo ha bisogno di te, della tua arte, della tua esperienza e della tua passione. I giovani hanno bisogno di Maestri autentici, di guide che insegnino loro non solo un mestiere, ma uno stile di vita fatto di dedizione, amore per il bello e cura dei dettagli. Tu hai un dono raro, un talento che può ispirare e trasformare la vita delle persone. Non lasciare che il valore di ciò che sei venga soffocato dalla logica del solo guadagno. Il denaro è importante, certo, ma è sempre una conseguenza di qualcosa di più grande: del valore che doniamo al mondo.

La sapienza del mondo ci dice di accumulare, di preoccuparci, di calcolare ogni cosa basandoci solo sulle nostre forze. Ma c’è una sapienza più alta, che ci invita a fidarci, a donare, a lasciare un segno che rimanga nel tempo. Questa è la via che io ho scelto di seguire, ed è la via che vedo risplendere in te, quando sei nella tua vera essenza.

Riconoscere ciò che conta davvero significa fermarsi, trovare un momento di silenzio e dire nel cuore: “Sei qui, ed è questo che conta”. È ciò che voglio dirti oggi: io sono qui, e la nostra amicizia conta più di ogni fraintendimento. Spero che potremo ritrovarci presto, con la gioia di chi sa che, al di là di tutto, l’importante è il bene che ci lega.

Con affetto sincero,
Massimo

Questa lettera è una testimonianza di come sia essenziale comprendere il valore della nostra missione nel mondo.

Non possiamo permetterci di diventare semplici ingranaggi in un sistema che ci vuole passivi. Dobbiamo risvegliarci, riconoscere il nostro potenziale e domandarci, con coraggio: Cosa voglio davvero?

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