(Dal Vangelo di Giovanni 19, 25-42):
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
(Dal libro di Alberto Maggi – Il Mandante pag.93)
L’evangelista sottolinea che Gesù non si rivolge a sua madre, ma alla madre.
La madre significa questo:
La madre non è più solo di Gesù, ma di tutta la comunità che nasce dall’Israele rimasto fedele a Dio (“la salvezza viene dai Giudei”, Gv 4,22).
L’invito che Gesù fa alla madre è di riconoscere nel discepolo amato il figlio, cioè la sua continuità.
Riflessione personale:
Sempre ho sentito dire che il discepolo che Gesù amava era l’apostolo Giovanni.
Il biblista Alberto Maggi mi ha chiarito le idee.
Ma la Verità qual’è allora?
La “verità”sono i dieci comandamenti, essi vengono “simboleggiati” dalla “Madre” (rif Vangelo Giovanni 19, 26).
La perfezione della legge è il comandamento nuovo:
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. (Dal Vangelo di Giovanni cap.13, 34-35)
Questo comandamento è “simboleggiato” dal “Figlio” il discepolo che Gesù ama (Vg Gv 19,27), il quale riceve l’invito di Gesù a mettere insieme le “cose di prima” (Prologo di Giovanni 1,11) con le cose nuove, e le cose nuove sono il comandamento nuovo (dal Vg Gv 13, 34-35).
Gesù vuole che le cose positive scritte nel Vecchio Testamento si mettano insieme con il Comandamento nuovo dell’amore e coloro che mettono in pratica “le cose antiche con le cose nuove”.
Quindi, “colui che mette insieme le cose antiche e le cose nuove e li vive nella propria vita, avendo come modello di vita Gesù Cristo: “Questo è il discepolo che Gesù ama.”
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