(Professione di Fede, solennemente proclamata il 30 giugno 1968 da Papa Paolo VI)
Noi crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili,
come questo mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli (cfr. Denz.-Sch., 3002), e Creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale.
Noi crediamo che questo unico Dio è assolutamente uno nella sua essenza
infinitamente santa come in tutte le sue perfezioni, nella sua onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella sua provvidenza, nella sua volontà e nel suo amore.
Egli è colui che è come egli stesso lo ha rivelato a Mosè (cfr. Es 3,14); ed Egli è Amore, come ce lo insegna l’apostolo Giovanni (cfr. 1GV 4,8); cosicchè questi due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente la stessa Realtà divina di Colui che ha voluto darsi a conoscere a noi, e che << abitando in una luce inaccessibile >> (cfr. 1Tm 6,16) è in Se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e di ogni nome, di tutte le cose e di ogni intelligenza creata.
Dio solo può darci la conoscenza giusta e piena di Se stesso, rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo, alla cui eterna vita noi siamo chiamati per grazia di Lui a partecipare, quaggiù nell’Oscurità della fede e, oltre la morte, nella luce perpetua, l’eterna vita.
I mutui vincoli, che costituiscono eternamente le tre Persone, le quali sono ciascuna l’unico e identico Essere divino, sono la beata vita intima di Dio tre volte santo, infinitamente al di là di tutto ciò che noi possiamo concepire secondo l’umana misura (cfr. Denz.-Sch., 804).
Intanto rendiamo grazie alla Bontà divina per il fatto che moltissimi credenti possono attestare con noi, davanti agli uomini, l’Unità di Dio, pur non conoscendo il mistero della Santissima Trinità.
Noi dunque crediamo al Padre che genera eternamente il figlio; al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede da Padre e dal Figlio come loro eterno Amore.
In tal modo, nelle tre persone divine, coaeternae sibi et coaequales (coeterne a se stessi e coeguali) (cfr Denz.-sch.,75), sovrabbondano e si consumano, nella sovraeccellenza e nella gloria proprie dell’Essere increato, la vita e la beatitudine di Dio perfettamente uno; e sempre << deve essere venerata l’Unità nella Trinità e la Trinità nell’Unità >> (Denz.-Sch.,75).
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